Anche il mercato dei cellulari ha subito le conseguenze della crisi economica, anche se in modo marginale rispetto ad altri settori industriali. Il segno meno ha prevalso sull’impegno di molte case produttrici che hanno cercato, con ogni strumento, di rilanciare le vendite: tra luglio e settembre sono stati venduti 291 milioni di telefonini, mentre nel 2008 erano stati il 4% in più.
Le stime per trimestre ottobre-dicembre sono finalmente positive e prevedono una chiusura di fine anno in attivo, con segnali di ripresa per il 2010.
Di certo si tratta dell’anno peggiore per il comparto della comunicazione mobile, anche considerando che il maggiore produttore, Nokia, perderà in questo 2009 il 7% del suo volume di mercato rispetto all’anno precedente. Eppure, «il settore si sta muovendo verso la ripresa» prevede Strategy Analytics, che stima una crescita del 3% nell’ultimo trimestre su base annua per il mercato dei telefoni cellulari.
In questo contesto potrebbero ottenere qualche beneficio i consumatori, per i quali i dispositivi mobili potrebbero costare di meno nei prossimi anni: il calo dei prezzi sarà determinato dalla saturazione del mercato e dalla necessità dei vendor di mettere i telefoni in saldo per accaparrarsi gli ultimi clienti.
Un esempio? Entro il 2014, secondo ABI Research, il 45% degli smartphone venduti costeranno meno di 200 dollari.
Gli esperti attendono con trepidazione i segnali ufficiali di fine anno, che potrebbero determinare un cambiamento di tendenza dell’intero mercato. Tra i fattori che determineranno l’andamento del 2010 trovano sicuramente spazio il perfezionamento delle tecnologie a larga banda per i sistemi cellulari, la diffusione del lavoro in mobilità e la migrazione su mobile delle applicazioni d’ufficio.