Tecnologie per la fatturazione elettronica verso la PA, conservazione digitale dei documenti, software organizzativi e gestionali, portali e siti web: sono alcune degli investimenti ICT per migliorare l’efficienza di uno studio professionale secondo i Consulenti del Lavoro. Il tema è affrontato nell’Approfondimento della Fondazione Studi dei Consulenti del Lavoro del 9 marzo 2015. Contiene alcune indicazioni specifiche per il settore di pertinenza, e altre che invece riguardano in generale il modo in cui l’utilizzo delle tecnologie può incrementare efficienza e produttività di qualsiasi studio professionale.
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Alcuni dati: secondo l’indagine Osservatorio ICT & Professionisti del Politecnico di Milano 2015, e quelli dell‘Indagine sui Fabbisogni delle PMI dei Consulenti del Lavoro 2014, l’attuale approccio agli investimenti ICT è relativamente limitato (circa 6300 euro annui) e soprattutto concentrato spesso sull’aggiornamento dell’esistente, mentre l’innovazione hardware e software riguarda solo il 26% dei casi. Quest’ultima è comunque una percentuale superiore al 18% di investimenti ICT delle PMI.
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I clienti degli studi si dichiarano in grande maggioranza (81%) soddisfatti dei servizi offerti, ma apprezzerebbero poter affiancare ai tradizionali servizi, ad esempio in ambito amministrativo, anche consulenze rivolte all’area strategica e gestionale. Secondo i Consulenti del Lavoro «l’innegabile calo di redditività che ha colpito molti Studi potrebbe essere limitato e gestito anche grazie ad un più esteso e puntuale ricorso all’ICT, che favorisca la generazione di valore, l’aumento della produttività e lo sviluppo di nuove aree di business».
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Per quanto riguarda più nel dettaglio la professione di Consulente del Lavoro, si rileva che questi professionisti, soprattutto verso micro e piccole aziende, «non si limitano all’offerta di consulenza e servizi, ma entrano in presa diretta nel sistema-impresa e nella condivisione dei passaggi più significativi della gestione imprenditoriale, costruendo stabili rapporti fiduciari con l’imprenditore» e «non sono più dei semplici fornitori, ma diventano parte integrante dell’attività imprenditoriale», godendo di una fiducia presso gli imprenditori che «può essere anche un utile strumento per stimolare le imprese a evolvere verso modelli gestionali più efficienti, nei quali la tecnologia può giocare un ruolo chiave».
Ed ecco i consigli su come migliorare l’efficienza dello studio professionale investendo in tecnologie:
- sistemi e software per programmazione e controllo avanzamento dei processi operativi, monitoraggio e gestione delle scadenze, controlli di qualità;
- sistemi e software per controllo di gestione e valutazione della redditività di servizi e clienti: secondo le indagini di settore, solo una ridotta percentuale di Studi professionali attua con regolarità rilevazione e controllo di tempi e carichi di lavoro o predispone un budget annuale servendosene per orientare la gestione e attribuire obiettivi individuali o di team;
- portali o spazi WEB per la trasmissione di informazioni (ad esempio la rilegazione delle presenze), documenti (come i cedolini paga) o la condivisione di attività con clienti e studi collegati in rete territoriale: qui si segnala l’esperienza degli studi di consulenza del lavoro che hanno adottato procedure automatiche di acquisizione delle presenze da parte delle aziende clienti, portando a una riduzione dei tempi legata a questa fase lavorativa oscillante fra il 30 ed il 50%;
- CRM (sistemi per la relazione con il cliente).
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(Fonte: approfondimento Fondazione Studi Consulenti del Lavoro del 9 marzo 2015)