L’open source è solo una delle possibili opzioni per la Pubblica Amministrazione, che non deve scegliere lasciandosi guidare solo dalle ideologie ma valutando i sistemi dal punto di vista tecnico, applicativo e strategico.
Ad affermarlo, in una lettera inviata a molte istituzioni locali e nazionali, è Aitech-Assinform, la principale associazione di categoria delle imprese IT italiane. Chiedendo che «per quanto riguarda le scelte relative al software nelle Pubbliche Amministrazioni, venga affermato il principio del pluralismo e della libera concorrenza».
Un intervento che «nasce dalla preoccupazione di veder emergere, nell’ambito della Pubblica Amministrazione, sia a livello nazionale che locale, posizioni politiche a favore di una scelta normativa sull’open source». Dettate, secondo il sindacato degli imprenditori IT, più da una visione ideologica sulla contrapposizione tra software proprietario e software libero, che dall’applicazione del principio di neutralità tecnologica.
La scelta delle soluzioni software dev’essere il risultato di un confronto tra PA e imprese informatiche, sentenzia l’associazione. Solo in questo modo si garantisce il mercato, rispondendo nello stesso tempo alle esigenze degli enti pubblici.
Soluzioni che, recita la lettera, vanno scelte in base «al solo requisito di soddisfacimento di necessità specifiche, nell’ambito di una corretta valutazione dei costi e dei relativi benefici».