«La virtualizzazione non è abbastanza matura per l’adozione dall’utenza di massa e quindi va limitata nell’utilizzo agli sviluppatori, all’utenza
professionale e agli enthusiasts». Così dichiarava un portavoce Microsoft qualche mese fa in merito alla tecnologia che consente di creare virtualmente una risorsa di norma fornita fisicamente.
La licenza d’uso per l’utente (EULA) delle versioni Home Basic e Home Premium del nuovo Windows Vista non permettono infatti l’uso del sistema operativo come macchina virtuale, limitazione assente nelle versioni Business.
Secondo Michael Silver, vicepresidente della Gartner, il problema con la virtualizzazione è la possibile diffusione di rootkit (software in grado di ottenere il controllo di un computer in maniera nascosta, cioè non rilevabile dagli strumenti di amministrazione e controllo più comuni) creati appositamente per le virtual machine (VM). Di cui gli utenti non hanno percezione del rischio.
Durante il Microsoft Management Summit 2007 appena conclusosi, il colosso di Redmond ha annunciato una maggiore apertura verso questa tecnologia.
L’intenzione è quella di modificare il sistema di licenze per supportarla meglio.
Per andare incontro ai cosidetti “enthusiast”, cioè quegli utenti che sono abituati a sostituire spesso componenti del proprio pc per tenerlo al passo con le ultime novità, Vista permetterà un numero illimitato di upgrade. Infatti la tolleranza hardware dell’attivazione del prodotto è stata resa più flessibile, ma solo per le versioni retail.
Dunque Microsoft ha bandito la virtualizzazione solo dalle versioni Home di Vista. Gli utenti di Vista Enterprise (che partecipano al programma Software Assurance di Microsoft) potranno usare il sistema operativo in ambienti non tradizionali sui diskless Pc.
Buone nuove quindi, non soltanto per gli utenti di Business e Ultimate, ma anche per chi possiede la versione Enterprise