L’Industria ha scoperto da tempo la tecnologia Rfid nei processi produttivi o nella logistica. Tra tutti, il settore tessile è quello che oggi mostra di averle sapute introdurre ampiamente e con profitto. Soprattutto il comparto dell’abbigliamento ha individuato nell’Rfid una possibilità di risparmio sulla manodopera e di ottimizzazione dell’intera filiera produttiva.
In particolare nell’ambito della distribuzione, l’applicazione della tecnologia a radiofrequenza ha permesso di ottenere un rapido ROI grazie nella gestione strutturata di materie prime, inventari e prodotti finali, nonché nella contabilizzazione del venduto.
Partendo da questi presupposti gli analisti stimano un’impennata favorevole per la diffusione dell’Rfid nel prossimo quinquennio: entro il 2010 la presenza di tag a radiofrequenza triplicherà, raggiungendo un giro d’affari di 125 milioni di dollari.
«Il mercato è dinamico e molto promettente», spiega Michael J. Liard di Abi Research, che sottolinea come l’Rfid sia progetti pilota di sperimentazione su cui le aziende, anche piccole e medie, stanno investendo con fiducia.
Un punto di forza potrebbe essere l’efficacia dell’Rfid nella gestione delle importazioni di materie prime e capi provenienti da paesi esteri, per i quali la differenza di linguaggio rappresenta ancora una barriera significativa, ma superabile grazie all’introduzione di strumenti automatici di semplice ed efficace utilizzo.