A circa un anno dalla sua creazione, la piattaforma cloud Google AppEngine si arricchisce del supporto al linguaggio Java che si affianca così a Phyton, linguaggio tanto amato a Mountain View ma non così diffuso in ambito aziendale.
Google AppEngine ha offerto sin dalla sua nascita l’opportunità a circa 150.000 sviluppatori di scrivere software da utilizzare all’interno della propria struttura di cloud computing, nonostante la presenza del solo linguaggio Phyton fosse da sempre sentita come una grossa limitazione.
Ora, Google offre agli sviluppatori una nuova alternativa, in grado di sposare la semplicità di App Engine con la potenza e flessibilità tipici della piattaforma Java.
L’intera infrastruttura App Engine, pur mantenendo inalterate le proprie caratteristiche, diventa compatibile con tutti i tipici ambienti di lavoro Java, quali Eclipse, Intellij, NetBeans e Ant (a tal proposito, è già disponibile un plug-in Google per Eclipse) e i suoi principali standard.
Al fine di muovere con disinvoltura i primi passi all’interno dell’ambiente di sviluppo Java, è possibile consultare la documentazione ufficiale rilasciata dal motore di ricerca, comprendente un utile tutorial su come sviluppare un semplice guest-book.
L’annuncio contempla inoltre tra le novità il supporto ai cron, tramite i quali pianificare l’avvio di alcune attività, la possibilità di importare ed esportare database e di lavorare con dati protetti da firewall.