Rischia di non decollare lo SPID, il sistema pubblico di identità digitale attraverso il quale accedere ai servizi online della Pubblica Amministrazione e l’Agenzia per l’Italia Digitale (Agid), per colpa della procedura troppo farraginosa. Un meccanismo talmente difficoltoso da causare anche il flop di una delle ultime novità introdotta che la Legge di Stabilità 2016 e prorogata dalla Legge di Bilancio 2017: la possibilità per i neo maggiorenni che si registrano a SPID di accedere a 18app e incassare il Bonus cultura da 500 euro.
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Le potenzialità di SPID sono grandi, se si considera che dà accesso a servizi di amministrazioni regionali e centrali, come INPS, INAIL e Agenzia delle Entrate, ma anche i dubbi sono ancora tanti, ad esempio: una volta assegnata l’identità digitale l’ID sarà valido per 2 anni e dovrà essere rinnovato alla scadenza, oggi non ci sono costi ma ancora non è chiaro se in seguito ci saranno.
I contribuenti non sembrano inoltre ancora avere chiara la reale utilità di SPID e anche i servizi pubblici fruibili mediante identità digitale sembrano essere limitati. Se a questo si aggiungono le difficoltà che si incontrano per richiedere lo SPID, soprattutto da parte dei cittadini meno esperti tecnologicamente, è chiaro il perché di così poche adesioni.
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Per richiedere e ottenere le credenziali SPID bisogna essere maggiorenni e rivolgersi ad uno dei Gestori di Identità Digitale (Identity Provider), soggetti privati accreditati da AgID che, nel rispetto delle regole emesse dall’Agenzia, forniscono le identità digitali e gestiscono l’autenticazione degli utenti. Ogni Identity Provider (InfoCert, Poste Italiane, Sielte o TIM) può scegliere tra diverse modalità di riconoscimento in base alle quali il gestore verificherà i dati del richiedente e quindi emetterà l’identità digitale rilasciando le credenziali all’utente. Alcune procedure sono gratuite, altre a pagamento, altre prevedono il possesso di firma digitale emessa da un ente certificatore accreditato e la disponibilità di una smart card o di una chiavetta usb con cui firmare digitalmente la richiesta di attivazione, o di una carta d’identità elettronica (Cie) o di una Carta nazionale dei servizi (Cns).
La difficoltà per richiedere l’identità digitale sono troppe e sembra esserci, da parte delle istituzioni, una eccessiva enfasi sulla tecnologia e non sul valor aggiunto derivante dall’utilizzo del sistema pubblico di identità digitale. Questi sono due punti cruciali, oltre alla semplificazione delle procedure, sulle quali si dovrebbe puntare per evitare il flop definitivo di SPID.
Per completezza riportiamo di seguito lo stato di avanzamento della crescita digitale in Italia registrato dall’Agenzia per l’Italia Digitale e aggiornato a febbraio 2017, ovvero lo stato di attuazione da parte della PA degli strumenti tecnologici messi a punto dal Governo per migliorare l’efficienza delle Amministrazioni Pubbliche, semplificando anche la vita di cittadini ed imprese.