I servizi di sicurezza forniti da Postini potrebbero risolvere molti problemi legati alle Google Apps, accelerandone la diffusione nelle aziende.
Il SAAS, il Software As A Service da usare sul Web, è sulla bocca di tutti. Indicato come la nuova evoluzione dei software aziendali, non ha mancato di suscitare numerose polemiche, anzitutto in materia di sicurezza. Ma cosa ne pensano davvero i CIO?
In una serie di interviste raccolte da Information Week, i responsbili delle infrastrutture tecnologiche hanno espresso il loro parere in merito alle Google Apps, che secondo molti potrebbero presto sostituire Microsof Office in molti uffici.
Il fattore decisivo, citato in numerose valutazioni, è risultato essere la dimensione dell’azienda: sotto i 1000 dipendenti converrebbe optare per la suite di Big G. Il perché è presto detto. Anzitutto il sistema di licenze previsto da Google è calcolato in base ai singoli utilizzatori, arrivando ad essere estremamente flessibile e in grado di adattarsi alle imprese che cambiano rapidamente. Tuttavia, la soglia dei 1000 dipendenti sarebbe un punto critico, oltre il quale MS Office risulterebbe più economico.
Altra caratteristica vincente del SAAS è la facilità con cui si adatta ai dispositivi mobili. Il software, infatti, non si installa ma è sempre disponibile su internet, indipendentemente dal computer usato per accedervi. Lo stesso programma sarà quindi disponibile sia dal PC dell’ufficio che dallo smartphone, eliminando costi e grattacapi alle aziende con particolari esigenze di mobilità.
Dunque perchè non passare subito al SAAS? Anzitutto, perché questo passaggio non sarebbe indolore, ma richiederebbe uno switching cost sia economico (per acquistare nuove licenze) che umano. I lavoratori hanno infatti la necessità di familiarizzare con un nuovo programma, specie quando si tratta di una novità come il SAAS. Anche in questo caso, dunque, secondo i CIO sarebbe più facile introdurre il cambiamento nelle PMI, dove interesserebbe un numero minore di persone.
E adesso Google sembra aver risolto anche l’altro grande punto dolente della faccenda: la sicurezza. Lavorare online è comodo, ma tutti i dati viaggiano su internet e sono conservati su server remoti, potenzialmente esposti ad intrusioni indesiderate.
Il punto di svolta, sempre stando alle sensazioni dei CIO statunitensi, è rappresentato dall’acquisizione di Postini, la cui esperienza nella web security dovrebbe porre rimedio a questa debolezza, ispirando così maggior fiducia nelle imprese. 625 milioni di dollari ben spesi.