Ecco la nuova politica di Dell. Dopo aver stupito tutti per la scelta di un sistema operativo open source, la società di Michael Dell aggiunge una clausola non da poco: niente Linux per le PMI.
Le aziende che acquisteranno i nuovi PC di Dell si troveranno fra le mani esclusivamente l’hardware, senza alcun sistema operativo pre-installato dal produttore. La strategia sembra indirizzata a un netto abbattimento dei costi, sia per Dell che per i suoi clienti.
Questi ultimi potranno infatti avere computer a cifre che sfiorano i 250 dollari, avendo poi la libertà di installarvi il sistema operativo preferito. Dovessero scegliere proprio Linux Ubuntu, o una qualsiasi altra distribuzione open source gratuita, i costi non cambierebbero di un centesimo.
Nel caso in cui dovessero optare per un sistema a pagamento come Windows, saranno liberi di farlo. Dovranno pagare la licenza e potranno così godere del relativo supporto tecnico. Perché è proprio qui che Dell intende risparmiare. Benché sia ovviamente assicurato il supporto per l’hardware, Dell intende lavarsi le mani per quanto riguarda il software.
Ubuntu potrebbe creare qualche grattacapo agli utenti meno smaliziati, soprattutto per quanto riguarda l’installazione di nuove periferiche, e a Round Rock non vogliono essere tempestati da richieste d’aiuto. Questa eventualità sarà quindi del tutto eliminata nel caso delle PMI, ma anche per gli utenti consumer la politica di Dell prevede l’outsourcing del supporto.
Chi non è abbastanza esperto o non ha dimestichezza con il sistema operativo open source avrà diverse opzioni per chiedere aiuto: forum gestiti dalla community di Linux, siti web dedicati o un più tradizionale supporto tecnico a pagamento. A fornirlo non sarà però Dell ma Canonical, la società creatrice di Ubuntu che, in base al tipo di abbonamento, seguirà gli utenti nei primi 30 giorni dall’acquisto o per un anno intero.