Per il guru Soumitra Dutta – docente dell’Insead di Fontainebleau, business school rinomata a livello internazionale – «le piccole imprese hanno ancora parecchie difficoltà con il Web, ma se ne accorgeranno presto, e molte lo hanno già fatto: per loro Internet è una benedizione, un grande regalo».
Dutta – presidente del panel dell’Unione Europea sull’innovazione nel settore ICT, membro dell’EBusiness Network per le piccole e medie imprese della Commissione Europea e del World Economic Forum di Davos – è oggi un punto di riferimento per quanto riguarda il rapporto tra nuove tecnologie e strategie di innovazione aziendale, un rapporto che incide sulla competitività dei sistemi economici nazionali.
In Italia nelle scorse settimane per parlare di social network ed economia digitale nell’ambito del Festival delle Città Impresa 2010 – rivolto soprattutto al rapporto tra Internet e le piccole e medie imprese – nel suo ultimo libro “Throwing sheep in the boardroom” ha analizzato proprio i cambiamenti che i social network stanno apportando alle nostre vite di cittadini, lavoratori e consumatori.
Il titolo del libro (tradotto in italiano suona più o meno come “Lancia la pecora nel consiglio d’amministrazione”), prende spunto dal nome di un’applicazione per Facebook per rappresentare da un lato la gestione verticistica delle aziende tradizionali attraverso la parola “boardroom” e dall’altro il mondo orizzontale dei social network attraverso l’immagine esplosiva di una pecora che viene lanciata e sconvolge i piani.
È la contrapposizione tra un modello tradizionale, che si trova a dover fronteggiare nuovi paradigmi di relazione finora inediti ed impossibili da arginare, e un modello nuovo, vivace e pulsante, che si nutre della forza dei social network i quali, sostiene Dutta, «hanno un impatto molto forte su più aspetti chiave dei modelli di collaborazione e interazione tra le persone, nelle organizzazioni e nella società. […] I social network permettono alle persone di esprimere la loro unicità in modo più aperto, e alle idee e ai talenti di esprimersi e riconoscersi in modo più democratico. E infine offrono anche ai leader nuovi strumenti per raggiungere le basi di un potere diffuso».