Lo sviluppo del mercato Mobile in Italia paga lo scotto dei numerosi freni culturali e vincoli legislativi, che limitano imprese e sviluppatori in molte scelte precludendo altrettante opportunità di lavoro. Il caso della nota start-up statunitense Uber, che offre un servizio diretto di prenotazione di auto con conducente, è emblematico: da noi non potrebbe decollare per le pastoie burocratiche e le proteste dei tassisti.
Un altro limite è il modello di business: molte aziende italiane lavorano su commessa, sviluppando soluzioni soprattutto per il mercato interno. Proponendosi all’estero si moltiplicherebbero invece i potenziali clienti, ferme restando le sfide poste dai processi di internazionalizzazione e di creazione di una rete commerciale, non semplicissimi dall’Italia. L’offerta di Mobile App in marketplace online è in effetti una criticità importante nel nostro Paese, dove gli acquirenti sono ancora poco propensi a registrare la carta di credito nell’account personale o aziendale.
Confronto sul mercato Mobile
Con l’obiettivo di identificare soluzioni vere a problemi reali come questi, è partita quest’anno la Mobile Conference, prima edizione del nuovo filone di eventi formativi di natura tecnica, organizzati da EventHandler nell’ambito delle ormai note “Technical Conference“. Si tratta di momenti di incontro sviluppati in tavole rotonde, con un approccio aperto e dinamico volto a generare stimoli, input e occasioni di confronto produttivo in termini di collaborazione e condivisione (“la differenza tra un corso e una conferenza sta qui”, sottolinea Marco Russo di EventHandler). Non a caso, l’imperativo emerso nel corso della Mobile Conference 2013 è stato proprio “condividere idee ed esperienze e creare potenziale collaborazioni”.
Cosa è venuto fuori da questo primo appuntamento rivolto ai protagonisti del settore Mobile? Soluzioni pratiche per problemi veri, appartenenti al mondo reale: logistica, rilevamento e gestione dei dati, collaborazione, modulistica, ecc. Ad esempio, per adattare l’app ai diversi form factor e risoluzioni dei dispositivi mobili – oltre che per garantire fluidità operativa e accesso rapido ai contenuti – la modalità vincente sembra essere quella ibrida, con accesso al Web Content tramite app.
Un altro filone di dibattito importante è stato il bisogno di aprirsi ai mercati esterni. Non solo in termini di business ma anche di vision. Operando in modo “chiuso” ci precludono opportunità di business. Si tratta senz’altro di tratta di un salto importante, ma necessario per incrementare le possibilità di successo e di crescita dalla propria realtà aziendale.
Come puntualizzato da Russo, “ci salvano i software gestionali e il fatto che abbiamo leggi complicate. Se togliamo dal panorama nazionale i primi, la situazione non è poi così rosea. Noi possiamo vendere all’estero senza alcun problema e la Comunità Europea facilita molto da questo punto di vista: non è obbligatorio aprire una filiale estera, potendo lavorare tranquillamente dal nostro Paese conquistando il mercato estero con la forza delle nostre idee.”