L’utilizzo di Internet nelle PMI è ormai equiparabile a quello delle grandi imprese, cresce la diffusione della banda larga ed anche il livello di sicurezza informatica, mentre resta da colmare un gap in termini di digitalizzazione tra le imprese più piccole e da sfruttare i margini di miglioramento nell’e-commerce.
Sono le principali evidenze del report ISTAT su imprese e ICT con i dati definitivi relativi all’anno 2022. Vediamo tutto.
Imprese e Digitale: gli indicatori
La differenza più evidente fra PMI e grandi imprese, in termini di digitalizzazione, riguarda i seguenti elementi: presenza di specialisti ICT, formazione, riunioni online, sicurezza informatica. Ampio anche il divario nell’utilizzo di robot e nella vendita online di almeno l’1% del fatturato totale.
Rispetto al 2019 si registrano significativi passi avanti su accesso a Internet dei dipendenti e utilizzo di dispositivi connessi. In generale, nel 2022 il 69,9% di imprese con 10-249 addetti si colloca a un livello base di digitalizzazione, e solo il 26,8% si colloca a livelli alti. Al contrario, il 97,1% delle imprese con almeno 250 addetti ha un livello almeno base e l’82,1% ha raggiunto quello almeno alto.
=> Incentivi per la digitalizzazione delle PMI: guida
Luci e ombre sull’e-commerce
Sul fronte dell’e-commerce, i dati 2022 per le vendite online delle PMI ancora non rilevano miglioramenti significativi nella quota di imprese coinvolte ma solo nei valori scambiati: il 13,0% delle PMI ha effettuato vendite online per almeno l’1% del fatturato totale (12,7% nel 2021) e il 17,7% delle PMI attivo nell’e-commerce ha realizzato online il 13,5% dei ricavi totali (rispettivamente 17,9% e 9,4% nel 2021). Le imprese italiane con almeno 10 addetti che vendono via web figurano ancora tra le prime utilizzatrici in Europa di piattaforme online come intermediari con il 62,1% contro una media Ue27 del 44,4%.
Cybersecurity nelle PMI
Le PMI italiane con almeno dieci addetti sono in linea con la media europea nell’adozione di misure base di sicurezza informatica, mentre è più bassa l’adozione di misure di sicurezza avanzate (utilizzo dei dati per la valutazione del rischio, test periodici di sicurezza dei sistemi).
Lo smart working e più in generale l’utilizzo da remoto di documenti aziendali ha da una parte aumentato gli attacchi informatici, dall’altra stimolato le pratiche aziendali di cybersecurity. Il 48,3% (34,4% nel 2019) delle imprese dispongono di documenti relativi a misure, pratiche o procedure connesse alla sicurezza informatica che ad esempio riguardano la formazione degli addetti sull’uso sicuro degli strumenti informatici o la valutazione delle misure di sicurezza adottate. Di queste imprese l’85,7% ha definito o aggiornato tali documenti negli ultimi due anni. Il 16,4% delle imprese con almeno 10 addetti hanno dichiarato di essersi assicurate contro incidenti connessi alla sicurezza ICT (13,0% nel 2019).
Sostenibilità ambientale e digitalizzazione
Infine, le pratiche di sostenibilità ambientale. L’Italia, preceduta solo dal Portogallo, è in vetta alla classifica europea su due fronti. Il 74,9% delle imprese adotta comportamenti green nella scelta della tecnologia valutandone anche l’impatto ambientale. Il 59,9% delle imprese combina la valutazione dell’impatto ambientale dei servizi o delle apparecchiature ICT, prima di selezionarli, con l’adozione di misure che incidono sul consumo di carta o di energia delle tecnologie informatiche.