Mostrarsi aperti alla partecipazione sociale nella definizione di politiche di sviluppo economico è oggi una inevitabile necessità per le amministrazioni pubbliche, ritrovatesi a governare un popolo non più passivo né ignorante o inconsapevole delle potenzialità di Internet.
Il ruolo dei social network è pertanto sempre più preminente, in quanto strumenti attivi su cui si basa il presunto dialogo democratico di partecipazione attiva.
Stabilire e mantenere relazioni è l’ultimo must di una PA che non può più permettersi di essere autoreferenziale e che si sforza – spesso a fatica – di diventare recettiva rispetto alle esigenze più urgenti evidenziate dai cittadini e imprese, il cui parere conta soprattutto in quegli ambiti amministrativi dove i capitoli di spesa devono essere attentamente valutati, visti i taglia alle risorse.
Il rapporto tra social network e Pubblica Amministrazione è al centro di numerosi studi (Formez, FORUM PA, ecc.), che studiano e misurano questo trend e da cui emergono ancora timori e pregiudizi.
Per sfruttare davvero le potenzialità dei social network e gestirli con consapevolezza, sarebbe necessario conoscere le regole e le dinamiche che li fanno funzionare, e ridisegnare alcuni processi sulla base dei nuovi linguaggi e delle esigenze ad essi correlate.
Il volume “I social network nella P.A.“, presentato a FORUM PA 2012 fotografa la maturità di alcuni servizi ma soprattutto spiega all'operatore pubblico, passo dopo passo, le procedure da seguire e i casi di successo cui ispirarsi affinché ogni singolo dipendente pubblico possa creare valore attraverso i social media.
Il Vademecum “Pubblica Amministrazione e social media” a cura di Formez PA fornisce invece le linee guida per i siti web delle PAL, spiegando come utilizzare i social media per migliorare la comunicazione e il contatto diretto con cittadini e imprese.
Lo studio “#FacebookPA1/2012 – Quanti sono e cosa fanno gli enti locali su Facebook” a cura di Giovanni Arata completa questo quadro dedicato ai social spiegando come raccogliere il contributo dei cittadini alla Cosa Pubblica, come accaduto con la casella email del Governo dedicata alla Spending review, che ha confermato quanto privati e aziende siano vicini alla politica e altamente parteciparvi, suggerendo soluzioni incisive e spesso inaspettatamente innovative.