ESA e Intel Xeon 5500 alla conquista dello spazio

di Andrea Marzilli

Pubblicato 31 Marzo 2009
Aggiornato 12 Febbraio 2018 20:52

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Dallo spazio alle applicazioni di tutti i giorni, dal supercalcolo alle server farm. Oggi, Intel e ESA, nel presentare il processore XEON 5500, hanno voluto puntare sulle performances percepite dall’utente finale, presentando alcuni casi concreti di utilizzo.

L’evento si è svolto in ESRIN, a Frascati, l’avamposto italiano dell’Agenzia Spaziale Europea per l’osservazione di fenomeni ambientali terrestri. In posti come questo vengono impegnate “griglie” di processori per elaborare centinaia di Giga Byte di informazioni, perciò Intel ha scelto questo campo per saggiare il nuovo processore.

Prima di presentare il caso di ESA, Carmine Stragapede (Regional Business Manager di Intel) ha fornito un quadro di insieme dei vantaggi offerti dai processori della famiglia XEON 5500.

Fondamentalmente si parla di risparmio e di un ritorno rapido dell’investimento dovuti al miglioramento delle performance (architettura del processore migliorata) e alla riduzione dei consumi: transistor da 45nm e soprattutto un sistema di gestione delle inattività  che ottimizza gli sprechi.

I numeri snocciolati destano interesse. La potenza di calcolo di 184 server, installati nel 2005, è erogata oggi da 21 server con XEON 5500, con una riduzione altissima dei costi energetici (fino a circa il 90%), che garantisce il rientro dall’investimento in meno di un anno.

Se è vero che molte tecnologie studiate per lo spazio sono state utilizzate poi a scopi civili, stavolta i ruoli sembrano invertiti, una famiglia di processori general purpose può venire utilizzata per applicazioni “spaziali”. Luigi Fusco, Senior Advisor for EO Applications di ESA, ha mostrato la differenza tra i tempi di elaborazione dei loro server e di un nuovo impianto basato su processore XEON 5500: ciò che nella prima finestra della demo (vecchio impianto)impiega decine di minuti ad essere computato, si compie in pochi minuti nella seconda (con XEON 5500).

Il test è semplice ma d’impatto e sicuramente fa riflettere sul passaggio alla nuova tecnologia, soprattutto per il fatto che le migliorie vengono dalla sola sostituzione del vecchio hardware. Il software applicativo è quello che girava sulle vecchie macchine, il ché fa presupporre un margine ulteriore di miglioramento delle performances, una volta ottimizzato il codice per sfruttare le potenzialità  del processore.

Sul piatto della bilancia sono state messe molte altre cose, da applicazioni futuribili di controllo dei fenomeni ambientali, alla necessità  di aumentare la capacità  di calcolo delle server farm per ospitare i 15 miliardi di dispositivi connessi alla rete entro il 2015.

Intel vuole mantenere il suo ruolo di protagonista in questo cambiamento e fa leva su elementi oggi più che mai determinanti: ecologia e risparmio.