Il cosiddetto – e ormai celeberrimo – Web 2.0 pare sia la moda e il tormentone del momento.
Naturalmente ognuno di noi ne legge ogni giorno in Rete, visto che le sue declinazioni in ambito privato e lavorativo sono così numerose.
Noi stessi in questo Blog e su questo stesso sito abbiamo dedicato alcuni articoli di approfondimento sull’argomento.
Eppure, non sempre le aziende hanno le idee chiare su questo tema, nè riescono ad afferrarne fino in fondo meccanismi, dinamiche e potenziale. Questo, perlomeno, per molte realtà medio-piccole, meno avvezze ad un uso massivo delle nuove tecnologie in azienda.
Il Web 2.0 rappresenta – al tempo stesso – l’attualità e il futuro del mercato Internet, nonché delle dinamiche che si attuano in Rete.
Per le aziende che fanno dell’ICT il proprio core business, certi temi non possono non essere presi in considerazione. Per tutte le altre realtà d’impresa, invece, resta comunque un approfondimento, anche se non essenziale, decisamente utile in prospettiva futura.
Microsoft PMI dedica un approfondimento che consiglio a tutti di leggere per cominciare a farsi un’idea sull’argomento. Si tratta di un eccellente articolo che è opportuno utilizzare come introduzione.
Marco Montemagno, poi, ha di recente dedicato un approfondimento proprio a questa tematica. Trovate il video sul suo blog, anche in questo caso consiglio di dare perlomeno un’occhiata: si tratta di un contributo eccellente che mette a fuoco l’importanza di questi nuovi fenomeni con un particolare occhio di riguardo per le realtà business.
C’è da considerare anche che moltissime aziende – soprattutto di dimensioni modeste – potrebbero ottenere dal Web 2.0 un significativo apporto per sviluppare il proprio business, per la cooperazione online, per la gestione dei collaboratori e per la creazione di un’immagine diffusa in Rete.
Conoscere le dinamiche che sono alla base di questa novità non è affatto inutile.
In una società come la nostra, mantenersi aggiornati e informati è più che mai necessario. Gli strumenti li abbiamo: non utilizzarli sarebbe veramente un peccato. Non ci costa nulla seguire il progresso.
Serve – tra le altre cose – a non rimanere esclusi dal mercato e dalla rete stessa.