Fermare il download illegale è inutile, anzi è controproducente: è quanto rileva uno studio dell’Università di Amsterdam e di Tilburg. Il rapporto “Baywatch” ha esaminato gli effetti della interdizione olandese di The Pirate Bay tramite i più importanti ISP del paese, impedendo all’80% degli utenti di collegarsi al sito torrent (accusato di scambio illecito di materiale coperto da copyright). Ebbene, il blocco non ha l’oscuramente di TPB, la percentuale di internauti che scarica illegalmente è aumentato invece di diminuire. => Software License Compliance senza compromessi
Per arrivare a queste conclusioni sono stati utilizzati due metodi, il primo basato su interviste ad un campione rappresentativo di utenti, il secondo imperniato su una tecnica innovativa di monitoraggio del filesharing BitTorrent. I dati raccolti forniscono informazioni complementari e convergono indicando ch,e mentre un piccolo gruppo di intervistati diminuisce l’attività di download illecito o dichiara di avervi rinunciato e si riscontra un significativo ma relativo effetto di redistribuzione nella popolazione del p2p, nessun impatto duraturo si verifica sul numero complessivo delle persone coinvolte nello scambio di materiale tutelato da copyright, le quali pian piano trovano alternative ai siti bloccati. “L’azione giudiziaria contro il file sharing ha spesso un immediato riscontro che però tende a sfumare dopo appena sei mesi, dal momento che l’offerta e la domanda illegale si riorganizzano trovando altri luoghi di incontro”, si legge nel documento dei ricercatori olandesi, che sottolineano come questi risultati siano in linea con altre ricerche sull’argomento. =>Software as a service: che licenze
Per maggiori informazioni consulta il rapporto “Baywatch”