Il mashup, la tecnica con la quale si possono mettere insieme programmi differenti, sta invadendo anche le imprese. Come già accaduto per blog e social network, anche la vostra azienda potebbe presto trovarsi a lavorare con programmi costruiti sulle cosiddette API.
Sembra che il processo sia già in una fase piuttosto avanzata, a giudicare dall’interesse delle società che producono software per aziende. Un esempio su tutti è l’annuncio di BEA di una suite – Ensemble – grazie alla quale le imprese possono creare e “mixare” piccoli programmi, per poi inserirli negli applicativi aziendali. Altro caso recente è quello di Oracle che ha preso spunto dalle regine del mashup, le Google Maps, integrandole nella sua E-Business Suite.
L’uso aziendale è quindi una pratica che si sta istituzionalizzando, ma che già da tempo è oggetto di sperimentazione, come dimostrano anche numerosi tutorial apparsi sulla rete. Una volta preso atto dell’esistenza di questo fenomeno, non resta che interrogarci sulle conseguenze che potrà avere per una PMI.
A mio avviso, il rischio principale potrebbe essere quello di ritrovarsi un software gestionale “invaso” da una moltitudine di widget, e soprattutto che questi programmini non vadano oltre la mera funzione di “futility”. In particolare se si decide di lasciare piena liberta ai dipendenti di aggiungere applicazioni a piacimento, il rischio di trovarsi le previsioni del tempo in un CRM è reale.
D’altro canto, se la moda dice “mashup” un motivo ci sarà . I vantaggi sono infatti evidenti: le API sono quasi sempre gratuite (che è già un punto a loro favore) e possono essere modificate con relativa facilità . Non sono necessarie elevate competenze di programmazione per personalizzare uno di questi programmi e tagliarlo a misura d’azienda.
In questo senso, le opportunità che il mashup mette a disposizione delle imprese sono notevoli, e a tutto vantaggio della personalizzazione. Il problema è riuscire a scegliere bene e non lasciarsi prendere troppo la mano…