Sembra che sia finalmente giunto il momento degli Ultra Mobile PC, da tempo spinti da numerosi big player (Microsoft in primis) ma mai decollati a causa della scarsa usabilità e dei prezzi elevati.
A Taiwan si produce l’80% dei Pc portatili di tutto il mondo, facendo del Paese asiatico un palcoscenico di prim’ordine quando si parla di notebook. Non è quindi un caso che in occasione del Computex, fiera internazionale in corso di svolgimento nella capitale Taipei, siano emerse le linee guida della futura evoluzione dei laptop. A tracciarle sono stati i diretti interessati.
Gli analisti, i produttori d tutti gli esperti del settore riunitisi in occasione dell’evento hanno rivelato un sentimento comune in merito alla prossima incarnazione dei computer portatili. L’imperativo sembra essere per tutti lo stesso: ridurre. Le dimensioni, il peso, il prezzo.
Potrebbe sembrare una direzione scontata ma bisogna tener conto che la corsa al ‘portatile più piccolo’ ha finora incontrato resistenze da parte degli utenti. Ci sono infatti dei limiti al di sotto dei quali non si può scendere, pena la perdita delle caratteristiche fondamentali di un notebook.
Adesso che la tecnologia lo permette, dicono gli analisti, sembra però possibile raggiungere la “dimensione ideale”, che passerebbe dagli attuali 35 cm agli auspicati 17 cm di larghezza e dai 3 kg di peso a circa 900 grammi. In questo modo si continuerebbe a disporre di una tastiera completa e comoda da usare (elemento critico quando si parla di portatili) incrementando parallelamente la facilità di trasporto.
Esemplare è il caso di IBM, che aveva annunciato il lancio di un notebook spesso 1 centimetro, pronto per la fine dell’anno a un prezzo vicino ai 2.000 dollari. Proprio sul prezzo i produttori asiatici intendono competere con maggior vigore.
Acer (terzo produttore di PC del mondo) ha colto l’occasione della fiera per presentare il suo nuovo portatile da 500 dollari, che ha rivaleggiato con l’ultimo nato in casa Asus: un notebook da 7″ e 200 $.