Una piattaforma unica condivisa da tutti gli operatori per acquisti con il cellulare di contenuti digitali e servizi, sfrutando il credito telefonico: la novità mira a creare uno standard unico per i pagamenti mobili, come prospettano TIM, Vodafone, Wind, 3 Italia, PosteMobile e Fastweb. Con il nuovo standard, qualsiasi numero di cellulare diventa una chiave di autenticazione, per effettuare pagamenti in modo sicuro, veloce e semplice.
Per fare un acquisto basterà un semplice click dal proprio telefonino, o utilizzare il proprio numero assieme a una password, nel caso di accesso da altri dispositivi, quali Pc o tablet.
L’elevata sicurezza insita nella piattaforma e l’enorme base di possibili utilizzatori rende il servizio un potenziale “ariete” nell’aprire le porte ad una forma di m-commerce di massa: ad oggi sono infatti ben 46,6 milioni gli italiani che posseggono una SIM telefonica (senza contare chi ne possiede più di una), una base enorme, soprattutto se paragonata alle circa 3,5 milioni di carte di credito in circolazione.
Il servizio conta sulla partnership con editori e produttori del calibro di Gruppo Caltagirone Editore, Class Editori, Guida Monaci, Espresso, Il Sole 24 Ore, La Stampa, Microsoft Italia, Mondadori, Monrif/Poligrafici Editoriale, Paperlit, RCS, Shenker, L’Unione Sarda.
Un successo annunciato quindi? Sicuramente resta da verificare se i carrier avranno il semplice ruolo di mediatori delle transazioni o se dovranno assolvere ad ulteriori compiti e quali potranno essere le conseguenze sul mercato digitale dei pagamenti.
Per il resto, le potenzialità ci sono tutte e lo mostra una ricerca di PwC Advisory: «il ridotto importo medio dei singoli acquisti e la storica inclinazione degli Italiani per le comunicazioni mobili, creano le premesse per una significativa crescita potenziale di un mercato già in forte espansione. Si stima che il mercato dei pagamenti mobili arriverà a circa 500 mld di dollari entro il 2014. Una crescita senza dubbio favorita e guidata dall’esplosione del numero di smartphone, tablet e negozi digitali (i cosiddetti “app store”)».