La stampa 3D si configura come potenzialità di spicco per il mercato nel prossimo futuro. Resta solo da capire bene quali sono i settori più produttivi verso cui orientare l’uso delle stampanti 3D.
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Se da una parte la stampa 3D sembra aprire la strada a tutta una serie di problematiche – come la possibilità per chiunque di realizzare armi funzionanti fatte in casa – a fare da contraltare ci sono notizie come quelle del neonato salvato da un collasso delle vie respiratorie grazie a un bronco artificiale realizzato con una stampante tridimensionale.
Si tratta dunque di un trend che apre la porta a molteplici scenari, alcuni di grande potenzialità ed interesse anche per le PMI.
Con la diffusione della stampa 3D le aziende potranno realizzare accessori utili in ufficio, ottenendo dei buoni risparmi.
Risparmi che però dovrebbero essere di una certa consistenza per compensare i costi della stampa tridimensionale, che oggi non scendono sotto i 1.300 dollari per le stampanti ed i 50 dollari per le cartucce.
La tecnologia 3D nasce ben 30 anni fa ma solo oggi – con l’abbassamento dei prezzi del settore hi-tech – sta iniziando a diffondersi. Nel 2012 il mercato della stampa 3D ha raggiunto quota 2,2 miliardi di dollari, crescendo del +28,6% rispetto all’anno precedente.
Il concetto che sta alla base di questa tecnica è quello di inoltrare alla stampante un file digitale che rappresenta una sorta di mappa dell’oggetto che si intende realizzare – ovvero lunghezza, larghezza e profondità – e che la macchina utilizza per realizzarla strato a strato in un materiale plastico realizzato a-hoc.