L’esplosivo mercato degli smartpone è fortemente influenzato dai software con cui sono equipaggiati. Più di alcune caratteristiche hardware, le potenzialità applicative e l’interfaccia grafica rendono un modello particolarmente apprezzato o, al contrario, decretano una insindacabile debacle.
Le aziende con più vantaggio competitivo rimangono quelle che dispongono di un proprio sistema operativo mobile, come ad esempio Nokia e Apple, mentre le concorrenti Samsung e Motorola si trovano nella sfavorevole condizione di dover decidere tra il costoso sviluppo interno e l’adozione di software altrui.
Secondo gli analisti, tra cui Andrew Chang del Daiwa Institute of Research, tutte le case produttrici di dispositivi mobili dovrebbero avere a disposizione una piattaforma proprietaria in grado di distinguere le proprie soluzioni da quelle concorrenti e di attrarre nuovi utenti.
Intanto, i marchi più piccoli non riescono ad emergere e sembrano destinati ad una rapida disfatta. In questo contesto, spiega l’analista Jih Sun Securities Richard Ko, l’unica ancora di salvataggio sarebbe il recente Android, il sistema operativo mobile e open source in grado di essere commercializzato ed eventualmente personalizzato a basso costo.
Proprio su Android, che tuttavia ancora registra solo l’1% del mercato, puntano anche alcuni dei costruttori di seconda fascia, come la taiwanese HTC che ha recentemente lanciato i suoi prodotti basati su software libero, HTC Magic in primis.