L’utilizzo di sistemi operativi open source sembra si stia facendo sempre più strada, anche per quanto concerne i dispositivi mobili, tra cui portatili e sistemi embedded.
Entro cinque anni, infatti, il 23% degli smartphone e dei terminali handheld multifunzione ne faranno uso, almeno secondo le previsioni dell’ultimo studio ABI Research.
Sarebbero la fondazione LiMo – il consorzio senza fini di lucro che raggruppa 30 operatori Tlc di spicco – e Android di Google – insieme di software che comprende sistema operativo, middleware e applicazioni satellite – le colonne portanti di questa rivoluzione.
LiMo sarà in grado di fornire un forte contributo alla causa, grazie al sostegno di società come Vodafone, Orange, Motorola, Samsung, NTT, Nec, STMicroelectronics, Panasonic, Infineon ed LG.
Mentre Android, dal canto suo, può contare sul consenso dell’industria mobile attraverso la Open Handset Alliance.
Sempre secondo ABI, da qui a cinque anni Linux diventerà il secondo sistema operativo mobile, alle spalle del diffusissimo Symbian.
Il punto di forza della diffusione di Linux sui dispositivi mobili risiederebbe proprio nelle caratteristiche peculiari di questo sistema operativo: sviluppo aperto, conseguente riduzione dei costi, flessibilità, possibilità di includere applicazioni di terze parti e di programmatori indipendenti.