Il mercato mondiale dei microprocessori e delle memorie flash ha registrato notevoli progressi nel corso del 2007, con un significativo colpo di coda proprio a chiusura d’anno.
Le ultime settimane hanno visto il susseguirsi degli entusiastici annunci da parte dei big del settore in merito ai brillanti risultati ottenuti in tema di miniaturizzazione.
Dopo la vittoria di Intel nella corsa al chip da 45 nanometri ottenuta nei mesi scorsi con i suoi processori Penryn, ed il testa a testa di questi giorni fra IBM e la coppia Toshiba e Nec Electronics per lo sviluppo di un chip di ultima generazione da 32 nanometri, ecco che già alcune indiscrezioni di stampa rivelerebbero che la stessa Toshiba avrebbe mostrato in anteprima un prototipo di memoria da 15 nanometri, dopo aver annunciato l’imminente arrivo sul mercato dei suoi drive a stato solido (SSD) per pc portatili di ultima generazione.
Un enorme balzo in avanti tecnologico, che offrirà al mercato processori ultra-performanti e memorie flash NAND dalla capacità di archiviazione senza precedenti (100 gigabit), in grado di mandare in crisi il mercato dei sistemi di storage a piatto magnetico.
La miniaturizzazione dei semiconduttori si traduce infatti in aumentate prestazioni e riduzione drastica dei consumi, con una tangibile crescita delle performance dei pc (desktop e portatili), soprattutto per quanto riguarda l’elaborazione dati.
Certo, lo sviluppo di chip e memorie di ultima generazione non vuol dire però immediata disponibilità di mercato su larga scala. Per le memorie flash con chip da 15 nm dovremo aspettare almeno quattro anni. Invece sono già disponibili i chip a 45 nm di Intel e nei prossimi mesi arriveranno anche quelli di AMD.
Per il lancio commerciale dei chip a 32 nm, invece, non si dovrebbe andare oltre il 2009 per quelli Intel ed i primi del 2010 per quelli IBM, che ha dato vita ad un consorzio di produttori composto da numeri uno: oltre ad AMD, anche Samsung, Infineon, Freescale e STMicroelectronics.
Tra le tecnologie di processo di punta di questo ultimo scorcio del 2007 spicca proprio quella sviluppata da IBM: i chip high-k/metal gate dovrebbero apportare un risparmio energetico del 45%, con un incremento delle performance pari al 30%. Secondo la società, inoltre, i nuovi chip saranno compatibili con numerose applicazioni pensate per i dispositivi portatili e wireless e non solo per i desktop aziendali.