TLC italiane: più imprese, meno dipendenti

di Alessandra Gualtieri

12 Dicembre 2007 11:00

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Il rapporto Istat sull'industria italiana delle Tlc registra una moderata crescita di volumi, servizi e fatturato. Le PMI risultano le imprese più dinamiche

Il 2006 è stato un anno positivo per l’industria italiana della telefonia. Le imprese di telecomunicazioni fisse e mobili e le aziende fornitrici di accesso a Internet sono aumentate, in virtù di dinamiche di mercato favorite dagli sviluppi tecnologici e normativi del settore.

Questa, in sintesi, la prima fotografia scattata dall’Istat, che ha registrato un generale incremento dei volumi di mercato, con un fatturato complessivo di 47.952 milioni di euro e di 558.000 euro (+5,65%) per addetto.

I dati sono positivi, quindi, ma a spiccare è l’evidente contrazione del numero di addetti. In pratica, secondo l’indagine censuaria i dati raccolti evidenziano un trend secondo cui aumentano le imprese di Tlc ma diminuiscono i dipendenti. Su 27 imprese di telefonia (rispetto alle 23 del 2005), il numero di impiegati è di 85.903 contro gli 89.381 delle precedenti rilevazioni. Un divario ancora più netto se si considera la nascita di nuove società di tlc.

In aumento anche gli ISP (Internet Service Provider), un segmento al momento dominato da imprese con meno di 100 dipendenti: 146 le aziende al 2006, con 74.737 addetti e un fatturato complessivo di 25.442 milioni di euro.

In generale, per quanto riguarda gli investimenti nel settore, a fronte di un ammontare complessivo di 6.837 milioni di euro e di 80.000 euro per addetto, a registrare la maggiore incidenza in questo senso sono state proprio le PMI, con 144.000 euro di capitale investito.

In crescita anche l’offerta: il numero delle linee attive nell’ambito dei servizi di telefonia fissa era al 31 dicembre 2006 pari a circa 27 milioni (68% di linee domestiche e 32% aziendali), con ricavi provenienti in prevalenza da canoni e attivazione di linee (19,8%), da chiamate nazionali fisso-mobile (12,3%) e da servizi di interconnessione e terminazione (13,8%). Da segnalare anche la crescita di quelli da accesso e connessione Internet xdsl, passati dal 5,6% del 2005 all’8,1% del 2006.

Rispetto all’anno precedente, questo segmento ha registrato un vero e proprio raddoppio, in virtù delle possibilità offerte dall’unbundling del local loop, che ha aperto le porte del mercato anche agli operatori alternativi a telecom Italia. Le linee “non Telecom” sono passate da 1,9 a 3,8 milioni, ma l’ex monopolista serve ancora l’85% degli utenti.

Sono invece 81,6 milioni le linee mobili attive, per un totale di 73,7 milioni di carte prepagate. Principale fonte di ricavi per le imprese, i servizi di interconnessione e terminazione (20,5%), chiamate nazionali verso stesso operatore (15,7%), verso altro gestore (14,3%) e i ricavi da SMS (10,6%).