Traffico, servizi pubblici poco funzionanti, ritardo dei treni: sono solo alcuni degli aspetti che producono stress nel lavoratore già prima di arrivare in ufficio. Di conseguenza, il pessimo umore del dipendente influisce sulla sua attività e sulla produttività aziendale. La soluzione? Lavorare in remoto.
È questo il parere di alcuni ricercatori che hanno condotto un’indagine presso la Pennsylvania State University. In particolare, gli analisti hanno avuto a disposizione 46 casi di studio sull’argomento per un totale di 12833 telelavoratori.
Come afferma Ravi Gajendran dell’università, «il lavoro in remoto sembra avere qualche moderato effetto positivo sul morale dei dipendenti, sul bilanciamento tra lavoro e famiglia e sullo stress».
Secondo quanto è stato riportato nello studio, il lavoro in mobilità continua il suo trend positivo di crescita negli Stati Uniti, a partire dal 2000. Lo scorso anno erano 45 milioni gli americani collegati da casa con l’ufficio, un incremento notevole che non si registrava dal 2003. Questa tendenza, afferma Gajendran, è destinata a mantenersi costante nel corso dei prossimi anni.
Inoltre, sostengono ancora i ricercatori, il telelavoro non riduce soltanto lo stress ma apporta ulteriori benefici: taglio dei costi e riduzione delle persone che usano i trasporti pubblici o congestionano il traffico sono solo alcuni degli aspetti positivi.