Tra il 2012 e il 2017 sono state 1207 le start-up innovative e hi-tech nate a Milano, il 13% delle quali – pari a 157 – ha potuto svilupparsi grazie alle risorse erogate dal Comune. A tirare le somme valutando gli esiti dei vari bandi erogati dall’amministrazione comunale del capoluogo lombardo è l’Assessore alle Politiche per il Lavoro, Attività produttive e Commercio Cristina Tajani.
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«Numeri che dimostrano come il sistema che abbiamo creato a supporto delle imprese e delle start up funzioni non solo nel primo anno (quello dei contributi) ma anche successivamente con un tasso medio di sopravvivenza delle nuove realtà a 5 anni di oltre il 95%. Un risultato reso possibile soprattutto grazie alla rete degli otto incubatori d’impresa creati dal Comune in questi anni capaci di accompagnare i nuovi progetti dall’idea imprenditoriale all’affermazione sul mercato. Senza dubbio questo dati dimostrano come Milano e il suo sistema economico siano vivaci, e capaci offrire ai giovani l’opportunità di sviluppare i propri progetti: infatti quasi il 70% dei neo imprenditori è under 35.»
In particolare, per le 157 realtà innovative il tasso di sopravvivenza a 5 anni è pari al 98%, quindi superiore del 3% al livello nazionale. Analizzando da vicino le caratteristiche di questa tipologia di imprese, il 91% ha scelto come forma giuridica quella della S.r.l, il 6% S.r.l.s e solo il 3% le Società di persone.
Dal punto di vista della produzione, il 58% delle imprese legate al web e all’innovazione tecnologica producono prodotti e servizi per l’industria e l’artigianato, categorie seguite dal commercio (25%), dai servizi (10%) e dall’agricoltura idroponica e allevamenti ittici (2%).
Infine, un dato interessante riguarda la crescita dell’impegno in prima persona da parte degli stessi imprenditori: i soci fondatori di queste imprese corrispondono a quasi il doppio dei soggetti occupati (806 contro 412).