Incremento inaspettato delle vendite di PC: un inaspettato +14% nell’ultimo trimestre ha trascinato nel trend positivo l’intera industria IT.
Secondo due recenti studi condotti da IDC, infatti, la sorprendente crescita della domanda ha avuto effetti positivi sull’intero settore informatico, a cominciare dai microprocessori, anch’essi cresciuti del 14,8%.
Dei 68,5 milioni di PC acquistati negli ultimi 3 mesi, la parte del leone è giocata dai laptop. I portatili hanno infatti goduto del notevole rialzo di 26,6 punti percentuale, come si evince dall’enorme richiesta di CPU per questo tipo di computer, di molto superiore a quelle di desktop e server, comunque positive.
Le cause di questo fenomeno sono da ricercarsi principalmente in due fattori distinti che puntano nella stessa direzione. Anzitutto, una forza lavoro sempre più in movimento ha innalzato le richieste per dispositivi più avanzati che consentano di lavorare ovunque senza far sentire la mancanza dei PC desktop.
Parallelamente, la serrata competizione tra Intel e AMD, dominatori del mercato dei microprocessori, ha originato un progressivo abbattimento dei prezzi. In totale, nell’ultimo trimestre il fatturato per le CPU ha toccato la ragguardevole quota di 8 miliardi di dollari.
Shane Rau, analista di IDC, spiega come sta cambiando il mercato dei PC e quali saranno le conseguenze per le aziende, descrivendo la classica “forbice”. «La parte bassa del mercato sta diventando più bassa, quella alta sta diventando più alta», quindi le imprese possono scegliere tra un’offerta molto più vasta: «ad esempio tra un notebook con performance più elevate e uno con una maggiore autonomia».
In generale, quindi, una scelta più ampia significa più libertà nelle decisioni degli IT manager e, di conseguenza, investimenti più vantaggiosi.