Potrebbe sembrare strano vedere un server equipaggiato con una memoria NAND flash da soli 32 GB ma Intel è convinta che il minor spazio sarà compensato da prestazioni molto più elevate.
In occasione dell’Intel Developer Forum 2007 in scena a San Francisco, la società di Santa Clara sta svelando i suoi piani per l’imminente futuro ma la più grossa novità non riguarda però i processori, che pure saranno totalmente rinnovati con l’arrivo della nuova famiglia x86 (nome in codice: Nehalem).
Ad essere sotto i riflettori sono invece le memorie. Il 2008, quindi, potrebbe rivelarsi un anno decisivo per la lotta tra hard disk e flash, che da tempo sta coinvolgendo i più grandi produttori di storage del mondo, come Hitachi, Sandisk e Samsung, impegnati in una corsa per scalzare le “vecchie” memorie rigide.
Finora, però, l’accento era stato posto quasi esclusivamente sui vantaggi strutturali dei flash drive, molto meno ingombranti e resistenti alle sollecitazioni fisiche, caratteristiche che lasciavano ipotizzare il loro impiego nei PC portatili.
Intel ha invece pensato in grande, nel vero senso della parola, inserendo le memorie flash nei server. I vantaggi saranno anzitutto un incremento sostanziale delle prestazioni, dal momento che la tecnologia flash permette di processare una quantità di dati dalle 10 alle 50 volte più velocemente dei tradizionali hard disk.
Altro punto di forza è il ridotto consumo energetico che, secondo il Digital Enterprise Group di Intel, dovrebbe garantire un risparmio del 450%.
Purtroppo, ad essere ridotto sarà anche lo spazio di storage. Uno dei classici difetti delle memorie flash è infatti la capacità inferiore rispetto agli hard disk, fattore che determina anche un aumento del prezzo. Intel comunque ha annunciato che nel giro di poco tempo si passerà a drive da 64 e poi 128 GB.