Gestire le email direttamente sul proprio cellulare, senza doversi preoccupare delle questioni legate alla sicurezza.
Gli smartphone sono sempre più apprezzati come strumento di lavoro e c’è da scommettere che l’imminente lancio dell’iPhone di Apple (29 Giugno) darà ulteriore slancio all’adozione dei piccoli dispositivi mobili in ambito aziendale.
Un mercato in continua crescita, dunque, che attira sempre più giocatori. Per questo Motorola, il secondo produttore al mondo di handset, lo scorso anno sborsò 500 milioni di dollari per assicurarsi Good Technology e i suoi servizi di gestione email.
A un anno di distanza, ecco il frutto dell’operazione: Good Mobile Messaging 5.0, un client email per smartphone che permette ai mobile worker di inviare e ricevere messaggi, e gestirli in modo analogo a quello di Microsoft Outlook per PC.
Proprio sulle funzioni “da desktop” insiste Motorola, evidenziando la possibilità di poter organizzare le proprie email grazie a un calendario, impostarne la priorità e modificare i documenti da allegare. Il tutto sarà disponibile non solo per i cellulari targati Motorola ma anche per quelli di altri produttori.
Indipendentemente dal dispositivo utilizzato, quindi, i professionisti e gli IT manager non dovranno preoccuparsi dell’eventualità che la loro corrispondenza venga intercettata da occhi indiscreti. Good Mobile Messaging include infatti un sistema di sicurezza centralizzato, che permette all’amministrazione dell’infrastruttura tecnologica dell’azienda di controllare in remoto tutti i dispositivi dei dipendenti, impostandone le regole di utilizzo e gestendo tutti gli utenti mobili direttamente dalla propria scrivania.
A questo si affianca l’ormai immancabile sistema di criptaggio dei dati scambati e la funzione per bloccare definitivamente il cellulare in caso di furto e smarrimento, mettendo così al sicuro tutte le informazioni in esso contenute e l’eventuale presenza di dati sensibili, quali quelli bancari o anagrafici come il codice fiscale o altre informazioni molto appetite dai cyber criminali.