I software di criptaggio vanno in pensione?

di Paolo Iasevoli

21 Giugno 2007 09:47

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Sembrerebbe proprio di sì. Con le nuove specifiche Trusted Storage del Trusted Computing Group, l'encrypting è incluso direttamente nei dispositivi storage

Una buona notizia per le aziende: proteggere i dati riservati potrebbe essere molto più semplice ed economico.

Tutto merito del Trusted Computing Group, un consorzio che riunisce i più grandi produttori mondiali dei settori storage e networking. Dopo un lungo periodo di gestazione, infatti, oggi è stata definita la versione finale di un nuovo set di specifiche, note come Trusted Storage.

Si tratta di una nuova concezione dei dispositivi per l’archiviazione dei dati, volta a dare maggiore sicurezza agli utenti, che possono “fidarsi” dei supporti di storage senza doversi preoccupare di proteggerli con programmi aggiuntivi.

Le specifiche definiscono una nuova architettura, che tutti i membri del TCG implementeranno nelle loro prossime soluzioni. Saranno soluzioni altamente integrate, che incorporeranno sistemi di criptaggio/decriptaggio direttamente a livello hardware. Tutte le relative procedure di sicurezza saranno eseguite tramite l’interfaccia SCSI o ATA, in modo del tutto trasparente per l’utente.

Stando alle dichiarazioni di Michael Willett di Seagate, membro del TCG, i dispositivi Trusted Storage potranno interagire senza problemi con drive dotati di software per l’encrypting, ma servirsi congiuntamente di criptaggio software e hardware potrebbe essere ridondante.