Hardware IT: un approccio verde

di Angela Rossoni

Pubblicato 26 Maggio 2011
Aggiornato 13 Ottobre 2013 10:20

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Le misure per contenerne i consumi dei data center e degli apparati IT aziendali: dai computer desktop ai sistemi di storage

L’IT ha un impatto crescente sull’ambiente e sui consumi energetici. Secondo Greenpeace, l’IT è responsabile del 2% delle emissioni di anidride carbonica a livello mondiale, e la percentuale cresce del 12% ogni anno; entro il 2020, il consumo di energia dei data centre a livello mondiale sfiorerà i 1000 miliardi di kWh, triplicando rispetto ai valori registrati nel 2007. Per rendere l’idea, si tratta di tre volte il fabbisogno complessivo di energia elettrica di un Paese come il Regno Unito.

In passato, i costi legati ai consumi energetici erano per lo più ignorati dallo staff IT delle aziende (specialmente delle PMI) e l'esigenza di ridurre i consumi energetici per contenere i costi operativi non era vista come prioritaria. Oggi invece i costi energetici legati all’IT stanno diventando sempre più evidenti e sempre più pesanti per il bilancio aziendale; i vantaggi delle tecnologie green sono ormai riconosciuti anche dai CEO e dai CFO, oltre che dai responsabili IT.

Secondo una stima della società di analisi Pike Research, gli investimenti a livello mondiale nei data centre “green” cresceranno da 7,5 miliardi di dollari a 41,4 miliardi di dollari entro il 2015, e rappresenteranno il 28% del mercato complessivo dei data centre. Il 46% del mercato dei data centre green sarà inoltre legato alle infrastrutture di alimentazione e di raffreddamento; il 41% del totale sarà dovuto alle apparecchiature IT a basso consumo, mentre il 14% dei ricavi sarà da attribuire alle soluzioni hardware e software di monitoraggio e di gestione.

L’infrastruttura IT di prossima generazione sarà più efficiente, meno energivora; sarà inoltre virtualizzata per assicurare, oltre alla riduzione dei consumi, un utilizzo ottimale delle risorse IT, una riduzione di spazio e consumi, e un aumento della flessibilità e della scalabilità.

La riduzione dei consumi dei desktop

Al di là dei data centre, anche la gestione dei desktop, attraverso opportuni software, offre un contributo significativo al risparmio energetico, migliorando al contempo la sicurezza e la produttività. In media il 65% dell’energia richiesta da un PC desktop è dissipata. Le funzioni di gestione dei desktop riducono i consumi semplicemente spegnendo un terminale in stato di idle, o gestendo automaticamente le impostazioni per il risparmio energetico del sistema operativo, in particolare per quanto riguarda i monitor.

La gestione dei server

L’aumento dei requisiti sull’IT aziendale, per poter gestire una quantità crescente di dati, ha reso più pressante l’esigenza di migliorare l’efficienza energetica dei server. Questi ultimi sono responsabili di oltre la metà dei consumi energetici dell’infrastruttura IT aziendale, e la percentuale cresce ulteriormente se si tiene conto anche dei sistemi di alimentazione e di raffreddamento. L’ottimizzazione dei consumi energetici dei server presuppone innanzitutto una buona conoscenza dell’infrastruttura IT, in particolare della configurazione dei server e delle applicazioni che vi stanno girando. Un’allocazione ottimale delle risorse IT, effettuata attraverso opportuni software di gestione, migliora l’efficienza dei server, anche dal punto di vista energetico. I software di gestione inoltre massimizzano l’utilizzo dell’hardware e aumentano il grado di flessibilità dell’infrastruttura.

Virtualizzazione e risparmio energetico

La virtualizzazione consente di consolidare le risorse IT aziendali: un unico server fisico è in grado di gestire più macchine virtuali che condividono un’unica piattaforma hardware. I vantaggi economici della virtualizzazione sono evidenti, in termini di riduzione dei costi operativi, dello spazio e dei consumi energetici. Banalmente, meno server fisici richiedono meno energia per funzionare e per il raffreddamento. IDC stima che l’energia consumata da un singolo server fisico produce ogni anno 4 tonnellate di anidride carbonica. La società di consulenze McKinsey valuta che la virtualizzazione da sola può portare ad una riduzione del 30% dei costi per la bolletta elettrica delle aziende.

Una tendenza fortemente connessa alla virtualizzazione, destinata ad affermarsi nel giro dei prossimi 5 anni, è il cloud computing. Le aziende sono sempre più interessate a questo servizio, che assicura le funzioni IT necessarie, dove e quando sono necessarie senza dover acquistare e gestire risorse IT interne all’azienda. Secondo uno studio pubblicato da Pike Research lo scorso Dicembre, la diffusione del cloud computing porterà ad una riduzione dei consumi dei data centre aziendali del 31% entro il 2020.

Il contributo dello storage

Le unità di storage in genere consumano molto meno rispetto ai server. Tuttavia, con la crescita della quantità di dati da archiviare, questa affermazione potrebbe non essere più vera in futuro. L’automazione delle funzioni di archiviazione contribuisce a massimizzare l’utilizzo delle risorse di storage, evitando la frammentazione dei supporti di archiviazione. Questo, oltre a ridurre i consumi, offre vantaggi significativi in termini di riduzione delle spese di capitale per l’acquisto di nuovo hardware non necessario e di aumento della flessibilità del sistema.

Un altro grande vantaggio dei sistemi di gestione dello storage è la possibilità di organizzare le risorse in modo gerarchico. Esiste una varietà di tecnologie di archiviazione, di tipo online o offline, su disco o a nastro, per archiviare le informazioni nel breve o nel lungo termine, ciascuna caratterizzata da latenze, capacità, velocità di trasmissione dati e costi diversi. La gestione gerarchica delle risorse di storage (nota anche come storage tiering) attribuisce supporti più o meno performanti a seconda della criticità dei dati, del loro ciclo di vita, e dell’esigenza di averli immediatamente disponibili, usando hardware più economico laddove possibile. Questo offre anche notevoli risparmi energetici, dal momento che le unità di storage di alta fascia consumano in media otto volte di più di quelle con prestazioni inferiori.

Un altro approccio per ridurre i consumi delle unità di storage consiste nel contenere la crescita dei dati, attraverso un’opportuna gestione del ciclo di vita delle informazioni, trasferendo i dati non prioritari, di archivio o obsoleti su sistemi MAID (Massiva Array od Idle Disks) o su nastro e, soprattutto, ricorrendo al processo di deduplica dei dati. Le soluzioni di deduplica dei dati, di tipo sia hardware, sia software, esaminano i dati archiviati ed eliminano i dati duplicati fra i file, le email e gli allegati archiviati nei data centre aziendali, negli uffici remoti o nei siti di disaster recovery.

Le tecnologie di deduplica sono in grado di ridurre le dimensioni degli archivi di dati anche di due ordini di grandezza rispetto alle dimensioni originali. L’archiviazione dei dati richiede quindi meno hardware, con una conseguente riduzione dei consumi, dei costi e delle attività di gestione e dei costi di capitale per l’acquisto di nuovo hardware.