Wearables: dal CES le applicazioni per azienda

di Alessandro Longo

Pubblicato 13 Gennaio 2014
Aggiornato 23 Maggio 2014 14:05

Internet delle cose: le novità dal CES 2014 che entreranno in azienda, con un focus sulle applicazioni negli ambienti di lavoro di orologi e occhialini intelligenti di tipo wearable.

Sensori  e computer indossabili per lavorare meglio. C’è anche questo nel futuro delle aziende: l’Internet of things  in salsa business. Aspettiamocelo, anche a fronte delle novità emerse nei giorni scorsi durante il  CES (Consumer Electronics Show) di Las Vegas. La più grande fiera dell’elettronica di consumo al mondo è stata caratterizzata da un concetto di fondo, a detta di molti osservatori: la diffusione di chip e sensori in molti oggetti della vita quotidiana (elettrodomestici, TV) o indossabili (occhialini, orologi, fasce per il fitness…). Sono in effetti cose molto diverse tra loro, ma possono essere messe sotto lo stesso cappello per la filosofia di fondo: aumentare il livello di intelligenza nel mondo intorno a noi (che è poi il concetto dell’Internet delle cose) e quindi consentirci un controllo migliore, più puntuale, delle nostre attività quotidiane. Questo stesso concetto entrerà con forza nelle aziende, di pari passo con il suo prendere piede nel mondo consumer. Negli ultimi anni è andata così, con smartphone e tablet: rivoluzioni digitali che si sono prima affermate tra i consumatori, per poi diffondersi tra le aziende.

Sensori indossabili

«I sensori dell’internet delle cose e i “wearables” (orologi, occhialini intelligenti) saranno un mercato più importante nel business che tra i consumatori», dice a PMI.it Frank Gillett, analista di Forrester Research. «Gli annunci di Las Vegas, sebbene rivolti a questi ultimi, dimostrano che anche queste tecnologie sono pronte per entrare anche nelle aziende. Perché sono mature, affidabili e ora supportate anche da grandi nomi come Intel, Qualcomm, Cisco», continua. «I sensori entreranno nel posto di lavoro. Intorno a persone, oggetti, meeting. Qualche esempio: entreremo in una stanza e la macchinetta ci riconoscerà e farà il caffè subito, in automatico. Una videocamera intelligente capirà che è cominciato un meeting e comincerà a registrarlo, a riconoscere i partecipanti e avviare per loro, in automatico, sessioni di collaborazione», dice Gillett. «Insomma, la tecnologia prenderà il posto di assistenti personali per ciascuno di noi, a lavoro come a casa». È questa la visione: più intelligenza, più controllo, più automatismo. Sul lavoro come a casa.

Occhiali intelligenti sul lavoro

Con gli indossabili, questo concetto si trasferisce vicino al nostro corpo. L’italiana GlassUP pensa appunto di vendere i propri occhialini sul mercato delle aziende, nella logistica e nella sanità. Per esempio, i lavoratori di cantieri o nei magazzini potranno leggere istruzioni sullo schermo degli occhiali, su dove andare e che cosa fare, quali oggetti spostare. Progettisti, operai, capi cantiere potranno comunicare e allo stesso tempo mostrare, con la videocamera integrata, quello che vedono: si abbatte una barriera nella collaborazione, rispetto all’uso di normali videocamere. Gli indossabili trovano applicazione anche nei negozi: per esempio il prodotto di Theatro, che si gestisce con comandi vocali. Un manager può così chiamare e comunicare direttamente con i commessi in un negozio oppure, sempre con un ordine vocale, sapere la disponibilità di un prodotto in magazzino (tramite connessione a un database). Il tutto sempre tenendo le mani libere e senza dover perdere tempo a tirare fuori un cellulare. Un’utilità analoga, nelle aziende, potrebbe venire dall’uso degli smartwatch: si risparmia tempo, si aumenta l’efficienza delle comunicazioni.

Le applicazioni e le implicazioni per le aziende sono potenzialmente enormi e ancora tutte da identificare. Se aumenta l’intelligenza degli oggetti intorno e addosso a noi, migliora anche la misurabilità di molte cose. Abbiamo più dati su quello che fanno i lavoratori, per esempio. È lo scopo della tecnologia di Sociometric Solutions, che utilizza badge aziendali smart ID per tracciare gli spostamenti dei lavoratori. I manager non possono leggerli singolarmente, per ovvi motivi di privacy, ma possono analizzare il dato aggregato. Serve per capire il livello di interazione tra diversi reparti, ad esempio; se ci sono lacune nella collaborazione e quindi può dare indizi su come cambiare le policy per migliorarla.

A questo punto, con i passi avanti fatti dalla tecnologia proprio negli ultimi mesi, si aprono possibilità dirompenti per le aziende. I posti di lavoro sono destinati a cambiare nei prossimi anni, gradualmente, nel segno dell’internet delle cose.