In Italia la metà dei dipendenti usa o acquista servizi e prodotti cloud senza autorizzazione del responsabile IT aziendale, detenendo lo scettro in Europa per questa tendenza a muoversi verso la Nuvola “fuori controllo”.
Tuttavia questo trend non è percepito come negativo dalle imprese, che ne riconoscono i benefici per il business, soprattutto nel rispondere più rapidamente alle richieste dei clienti e nello stimolare crescita e sviluppo.
E’ quanto emerso al VMware Forum 2013, dove il leader globale nella virtualizzazione e nell’infrastruttura cloud ha fatto il punto sulla percezione in azienda della “Nuvola di Internet”, presentando i risultati di una ricerca commissionata a Vanson Bourne e ragionando sulle opzioni per le imprese:
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Problemi e soluzioni
I responsabili IT riconoscono i vantaggi del Cloud (72% in Europa e 78% in Italia), ma ovviamente sono preoccupati dalle crescenti minacce legate alla sicurezza. Ne risulta un evidente conflitto tra domanda di flessibilità IT ed esigenza di controllo, riducendo al tempo stesso il carico di gestione.
Tuttavia, bisogna considerare il fenomeno a monte: uno dei fattori che spinge i dipendenti a operare fuori controllo è la mancanza di fiducia nei confronti del dipartimento IT, che spesso è in ritardo nell’adottare soluzioni al passo con i tempi.
Guarda caso, tra le motivazioni che spingono i dipendenti italiani a scavalcare il dipartimento IT c’è la necessità di mantenere la competitività con un’offerta rinnovata per prodotti e servizi (18%), lavorare in modo più efficiente e veloce (30%).
La via d’uscita, secondo VMware, è un cambio di prospettiva per l’IT, evolvendosi in una sorta di broker che porta le soluzioni tecnologiche migliori all’interno dell’azienda secondo le reali necessità. I dipendenti dichiarano infatti di aggirare spesso il reparto IT per acquistare servizi cloud e lavorare in maniera più efficiente per il bene dell’azienda.
“La ricerca registra una spesa sbalorditiva in azienda per il Cloud non autorizzato, ma non necessariamente si tratta di denaro sprecato”, ha commentato Alberto Bullani, Regional Manager VMware Italia.
Il 22% dei dipendenti in Italia ha scaricato e pagato prodotti cloud per più di 5.000 euro: queste spese vengono spesso nascoste nel budget della propria divisione o presentate come spesa pagata con carta di credito aziendale.
Le divisioni più interessate dal fenomeno? Ricerca e Sviluppo (43% in Italia), Marketing/pubblicità/comunicazione (31%), Finance (22%) e Vendite (20%). I cinque prodotti e servizi più utilizzati senza autorizzazione: condivisione di dati e file (60% in Italia), instant messaging (53%), email cloud (46%), video conferencing (42%) e social network professionali (23%).
“L’IT ha raggiunto un punto critico in cui ignorare la realtà della spesa per il Cloud non autorizzato non è più possibile. I responsabili IT devono fare i conti con questa realtà, fornendo la flessibilità che lo staff richiede e, al tempo stesso, gestendola in modo sicuro”.
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“E’ necessario darsi da fare: la metà dei responsabili IT in Europa chiede maggiore dialogo con i dipartimenti. È un buon segno vederli prendere l’iniziativa per guidare la crescita e l’innovazione, ma tutto questo ha un prezzo. Un approccio proattivo dell’IT con appropriati livelli di gestione, sicurezza e visibilità può assicurare che il Cloud nascosto diventi un fattore competitivo e non diventi una minaccia per il business.”
Sarà vero che l’IT in genere “dorme”, però un dato consolante cè: un terzo dei dipartimenti pianifica di implementare questi servizi o applicazioni cloud in via controllata. Sembra dunque esservi una possibilità di allineamento tra l’IT e le business unit, ascoltando le richieste dei dipendenti per la futura strategia aziendale.