Keepod è il “coltellino svizzero” del professionista in mobilità: grande quanto una carta di credito, multifunzione, si connette a qualsiasi pc tramite USB, sfrutta l’NFC per i collegamenti di prossimità, è predisposto per lo storage di dati (8 o 128 GB) ed è equipaggiato con un chip smart card like che ne garantisce la sicurezza software e hardware.
Intercettando le esigenze degli utenti professionali di qualunque ambito operativo che desiderano portare sempre con sé il proprio archivio digitale fatto di dati e applicazioni, il Keepod dà corpo al concetto di Anima digitale, incarnando la perfetta workstation tascabile e interfaccia verso il Cloud.
PMI.it ne ha parlato con i soci fondatori della casa produttrice, l’italiana Bloonn: il CEO Nissan Bahar, il Marketing Manager Franky Imbesi e il Sales & Channels Director Guido Jarach, tutti provenienti dal mondo Enterprise con esperienze diversificate e internazionali.
Cosa offre
Come l’iPad sta alla Apple così il Keepod sta alla Bloonn srl: il logo dell’azienda è il palloncino, che simboleggia il collegamento fra utente e Nuvola, mentre il Keepod è lo strumento pratico per accedere al proprio archivio cloud.
Il Keepod offre un sistema di gestione unica delle proprie identità digitali: con una sola password, il device può essere usato come un token a doppio fattore di autenticazione per accedere in sicurezza alla Rete, alle applicazioni online e ai servizi cloud.
Allo stesso modo supporta meccanismi di autenticazione in rete, dominio, gateway VPN, applicazioni PKI e firme digitali ed è possibile usarlo anche come generatore di One-Time-Password.
Le applicazioni sono molteplici: l’architettura proprietaria NFC di Keepod permette di usarlo anche come badge per l’accesso in azienda, come scheda digitale e di accesso a zone riservate, ma anche come card per gestire pagamenti sicuri in sistemi online o contactless. E’ inoltre possibile sviluppare applicazioni e servizi su misura per la propria impresa o utilizzare le release periodicamente rese disponibili.
I vantaggi
Per le aziende che decidono di adottarlo, il ROI sul Keepod si realizza nell’esercizio in corso: oggi lo usano Enterprise e multinazionali, ma nulla vieta a PMI e MPMI di accostarsi a questa innovativa tecnologia adottandola con pari risparmio e successo.
Ogni azienda può comunque contare su servizi professionali per l’aggiornamento software, l’eventuale upgrade ed il supporto allo sviluppo e all’implementazione di personalizzazioni. Una “wish list” di nuove features, votate da tutti i partner, fa da apripista nella roadmap di sviluppo: il progetto Keepod non è infatti statico ma evolve nell’hardware e nel software.
Tra l’altro, il suo prezzo contenuto (64 euro) conferma che la tecnologia non deve necessariamente costare tanto, e che la sicurezza non è un add on da dover pagare a parte. Utilizzare il Keepod sul lavoro comporta inoltre risparmio economico (il pc Keepod è un comune case hardware senza “intelligenza” da 250 euro) e grande praticità, garantendo business continuity, risparmio energetico e sicurezza in ambito BYOD.
Con questa tecnologia è possibile ridurre i costi per hardware, sistemi operativi, gestione e scalabilità a livello Enterprise, garantendo flessibilità della postazione di lavoro, continuità aziendale e mobilità degli utenti.
Ogni singola azienda può inoltre contare su una infrastruttura software di sviluppo flessibile e continuamente in via di miglioramento. I tre soci hanno sviluppato i building blocks in base ai feedback e al confronto con alcuni clienti, che tutt’ora costituiscono un board of advisors per l’ottimizzazione del prodotto.
La distribuzione in Italia del Keepod è curata dalla Techne Security Srl, unitamente ad una rete di vendita con partner certificati, che hanno seguito un percorso di formazione mirato per poter spiegare ad aziende e professionisti i benefici di questa nuova tecnologia.
Presentato per la prima volta a Shangai nel 2010 durante la manifestazione “Italia degli innovatori”, il Keepod sarà di scena anche ad Expo 2015, testato per grandi progetti come la formazione e l’abbattimento del digital divide.