Offerte più economiche, molta più banda, profili più vari e tecnologie di affasciamento (bonding): da quest’anno l’Shdsl (xDsl simmetrica) ha un volto nuovo in Italia.
Basta dare un’occhiata alle offerte dei principali operatori in quest’area per rendersene conto: Telecom Italia, Wind, Tiscali, BT, Fastweb (che ha rinnovato ad aprile il listino), NGI, TNet, MC-Link e KPN Qwest.
Su rete di Telecom Italia, le novità principali vengono dal nuovo listino banda larga all’ingrosso bitstream, che ha posto standard più interessanti per gli utenti. Standard a cui si sono dovuti adeguare, di riflesso, anche le xDsl simmetriche su rete unbundling di operatori alternativi.
Per prima cosa, scompare l’Hdsl come tecnologia separata (è stata il primo tipo di xDsl simmetrico). Su unbundling c’è solo l’Shdsl, che è su un doppino (due fili) come l’Adsl e ne ricalca la copertura territoriale.
Questo perchè l’Hdsl ha una copertura maggiore rispetto all’Adsl (sfrutta un doppio doppino telefonico), ma è più costosa per l’operatore.
Su rete Telecom, l’operatore preferisce portare quindi l’Shdsl , che attiva l’Hsdsl solo quando l’Shdsl non funzionerebbe per l’eccessiva distanza dalla centrale (l’utente non può scegliere autonomamente l’una o l’altra tecnologia).
La seconda novità sono i prezzi calati in un anno del 30% circa, e che ora partono da circa 100 euro al mese Iva esclusa (ma più tipico è il canone da 200-300 euro). S’intende che sono prezzi flat, la formula xDsl simmetrica più diffusa (mentre le prime Hdsl erano tutte a consumo).
Adesso le aziende attivano Shdsl a consumo solo come back up, se ne vogliono uno di alto livello. Alcuni operatori, come NGI, includono di serie nelle offerte un back up Isdn, compreso nel canone. Con altri operatori è comunque un servizio opzionale (così come lo sono gli IP fissi aggiuntivi). In genere, la registrazione di dominio, con servizio mail e spazio web, è invece inclusa nei canoni delle offerte.
Terzo aspetto, la qualità del servizio, per gli operatori che si appoggiano alla rete Telecom, è cresciuta: «grazie al bitstream, possiamo porci in un nodo di rete più vicino all’utente e quindi controllare meglio il servizio», spiega Giuseppe Baccanelli, direttore marketing di KPN Qwest.
Per qualità non s’intende solo la banda media (l’xDsl simmetrica è sempre stata caratterizzata da elevata banda garantita, pari alla metà di quella massima) ma anche uptime e tempi d’intervento in caso di guasti. Alcuni operatori, come appunto KPN Qwest, puntano molto su quest’aspetto garantendo al cliente, da contratto, tempi massimi di attivazione e di riparazione guasti (con penali, se non li rispettano). NGI invece è uno dei pochi che garantisce anche una latenza massima.
Quarta novità: ci sono molti più profili. Prima erano 2/2 e 4/4 Mbps. Adesso su xDsl ce ne sono a 3,5Mb, 3,2Mb, 6Mb, 8Mb e 16 Mbps. Su fibra in Sdh si arriva a 34 o a 155 Mbps.
I nuovi profili vengono dall’offerta bitstream (Telecom ha reso più varia la configurazione fattibile sui propri Dslam in centrale) ma anche dall’uso di una tecnologia di affasciamento (bonding) detta Ima (Inverse multiplexing over Atm).
Ima si basa su doppini affasciati uniti insieme, il che permette di avere un una moltiplicazione dell’accesso Shdsl (multiplexing). L’utente deve quindi avere un apparato (al solito V 35) con entrate per due o più doppini- ma l’installazione e la fornitura dell’hardware è al solito un problema di cui si occupa l’operatore.
Si noti che alcuni operatori come NGI usano l’affasciamento anche per alcune offerte Adsl, comunque rivolte alla piccola media impresa che ha bisogno soprattutto di molta banda in download.
Le xDsl simmetriche, com’è noto, invece si rivolgono alle aziende che hanno bisogno tanta banda in upload e garantita (e se non sono coperte da fibra ottica).