I requisiti di storage sono in continuo aumento anche nelle aziende di piccole e medie dimensioni. Le PMI si trovano a dover raccogliere, memorizzare e gestire una quantità crescente di dati, file ed e-mail, oltre a supportare numerosi applicativi diventati di uso comune, come programmi di desktop publishing e di elaborazione audio/video. Oggi è comune per le aziende gestire Terabyte di dati, che devono essere sempre disponibili, anche per assicurare il rispetto delle Direttive Europee, come la 95/46/EC e la 2002/58/EC sulla protezione dei dati personali, che richiedono l’archiviazione sicura di più copie dei dati sul lungo termine e impongono la necessità di garantire la business continuity, ossia l’operatività e la sicurezza anche in caso di guasti al sistema informativo.
Figura 1: I requisiti di storage delle aziende sono in continuo aumento (IDC)
Le PMI però non dispongono di risorse da investire nelle soluzioni di storage di alta fascia né, spesso, dispongono di amministratori IT esperti nel setup e nella gestione di una rete di storage.
Tuttavia, quello delle piccole e medie imprese è il segmento del mercato relativo alle soluzioni di storage caratterizzato dai tassi di crescita più alti, pari a oltre il 50% annuo. Nel 2010 esso varrà complessivamente 5,7 miliardi di dollari, di cui 2 miliardi di dollari riguardano l’Europa occidentale e circa 500 milioni di euro l’Italia. Il nostro Paese rappresenta uno dei principali mercati europei per le soluzioni di storage per le PMI, dopo la Germania e il Regno Unito.
DAS, NAS e SAN
In base a una stima della società di analisi IDC, le soluzioni di storage DAS (Direct Attached Storage), sono usate da circa il 70% delle PMI. Esse sono costituite da più dispositivi di storage semplicemente connessi a un unico server per mezzo di cavi.
Le soluzioni DAS sono state spesso definite come "isole di informazioni". Le società che le usano sono costrette, per aumentare la propria capacità di storage, ad acquistare nuovo hardware collegato ad altri server, anche quando ci sono risorse disponibili ma non utilizzabili. Di conseguenza, in molti ambienti DAS, anche il 50 % delle risorse di storage può risultare inutilizzato, mentre una SAN assicura un utilizzo delle risorse dell’80 %. In questi ambienti la condivisione dei dati è molto limitata.
Ciascuna piattaforma DAS inoltre richiede un sistema di backup e di ripristino per i dati su nastro o su disco. La loro gestione è complessa al crescere del numero di dischi o di cassette nel sistema e comporta costi anche 10 volte superiori a quelli di acquisto delle risorse di stoarge. I tradizionali sistemi DAS presentano anche problemi per l’affidabilità: se il server si guasta, i dati connessi al server non sono disponibili. Occorrono ore, se non giorni, per riparare il server e per rendere i dati di nuovo disponibili agli utenti. I tempi di fermo macchina si traducono in mancati guadagni e in una minore produttività per l’azienda.
Questi aspetti hanno contribuito a far accrescere la popolarità dei sistemi di storage connessi in rete, come le SAN o combinazioni di SAN e NAS, che rimuovono il vincolo di dipendenza da un singolo server.
Un sistema NAS (Network-Attached-Storage) è essenzialmente un server dotato di un sistema operativo ottimizzato per la condivisione dei file e per la gestione dei su rete. Il trasferimento dei dati avviene per mezzo del protocollo TCP/IP. La condivisione dei dati fra apparecchi NAS d’altro canto non è semplice ed è soggetta a problemi legati alla sicurezza.
Le piattaforme SAN (Storage Area Network) usano un’architettura centralizzata per connettere più server allo stesso dispositivo di storage, che viene così condiviso. Le interconnessioni sono più comunemente basate sul protocollo Fibre Channel da 4 Gbit/s. Gli ambienti SAN consentono di gestire grandi quantità di dati; le risorse di storage possono essere "virtualizzate", nel senso che possono essere gestite da un sistema operativo come se fossero su un unico disco completo.
Purtroppo le SAN sono più complesse da gestire, specialmente se sono di tipo eterogeneo, ossia se integrano componenti, come array di dischi, switch, host bus adapter di diversi produttori, e se fanno uso di più tool software con diverse interfacce utente, che comportano alti costi per l’apprendimento del personale. I sistemi eterogenei inoltre sono potenzialmente più vulnerabili per la sicurezza. Tuttavia, uno studio condotto da McKinsey e da Merril Lynch indica che i costi di gestione di un sistema SAN sono inferiori del 65 % rispetto a una soluzione DAS per una capacità complessiva di 2 Terabyte e su un periodo di 3 anni.
Le PMI rappresentano uno sbocco molto promettente per il mercato delle soluzioni di network storage. Il 24% delle aziende più orientate all’IT investirà in soluzioni di network storage entro la fine del 2007. In particolare le aziende di dimensioni inferiori, con budget limitati per gli investimenti e bassa propensione al rischio, richiedono soluzioni a basso costo e semplici da gestire.
Nonostante ciò, il declino del mercato dei prodotti DAS pare essere molto più lento del previsto. Secondo IDC i ricavi legati alle soluzioni DAS supereranno nel 2007 i 4 miliardi di dollari. Dal 40 al 50 % dei dati aziendali sono ancora memorizzati in ambienti DAS, e anche nel 2008 il mercato delle soluzioni DAS sarà di dimensioni maggiori rispetto a quello delle SAN/NAS. Anche i giganti EMC, NetApp, IBM e HP, che dominano il mercato delle soluzioni SAN e NAS, continuano a introdurre nuove soluzioni DAS su misura per le piccole e medie imprese. Lo scopo è anche quello di semplificare, in un secondo momento, la transizione verso soluzioni SAN.
Costo per Gigabyte reale delle soluzioni data center di tipo DAS e SAN, stimato sull’utilizzo effettivo delle risorse e sui costi di gestione. Il confronto è basato su una configurazione da 16 Terabyte (fonte: Università di Monash)
Costo per Gigabyte (in dollari)
Utilizzo della capacità totale
Costo reale per Gigabyte (in dollari)
DAS
9,65
45%
20,27
SAN Fibre Channel
18,51
80%
22,21
Purtroppo le SAN sono ancora percepite come molto costose e complesse. Il loro costo di acquisto iniziale e di gestione diminuirà probabilmente con la diffusione di standard aperti, come lo SMI-S (Storage Management Initiative Specification) promosso dalla SNIA (Storage Networking Industry Association) o il progetto Aperi della comunità Eclipse. Anche le nuove tecnologie di interconnessione contribuiranno a rendere le SAN più abbordabili. La tecnologia emergente SAS (Serial Attached SCSI) costituisce un ibrido che combina i vantaggi delle interconnessioni SATA, SCSI e Fibre Channel per offrire alte prestazioni (la velocità massima di trasferimento dati è di 3 Gb/sec) pur contenendo i costi. Il costo iniziale di un sistema SAS è circa lo stesso di uno di tipo SCSI. Risulta peraltro facile da installare e interoperabile con le soluzioni SCSI esistenti, assicurando così la protezione degli investimenti e una riduzione dei costi operativi. Prima di assistere a un’adozione in massa della tecnologia, occorrerà tuttavia attendere almeno 5 anni.
I requisiti dei data center entry-level
Le soluzioni di storage su misura delle PMI devono combinare caratteristiche di prestazioni, capacità, disponibilità (intesa come assenza di tempi di fermo macchina), protezione dei dati affidabilità, con costi abbordabili, semplicità d’uso e un grado di flessibilità tale da consentire alle aziende di espandere le risorse di pari passo con le proprie esigenze.
Le soluzioni in commercio pensate per le piccole e medie imprese sono in genere di tipo "tutto-in-uno", ossia integrano tutte le risorse hardware e software necessarie in un’unica soluzione "preconfezionata".
L’anno scorso EMC ha lanciato una linea di prodotti, EMC Insignia, pensati specificamente per le PMI, basati sugli storage array Clariion AX150 con una capacità compresa fra 750GB e 6TB e dotati di software di gestione, backup e ripristino dei dati in ambiente Windows.
HP ha sviluppato una nuova piattaforma di storage, All-in-one (Aio), costituita da 4 modelli che comprendono l’entry level Aio400, dotato di 4 unità disco SATA per una capacità di 1 Terabyte, disponibile al prezzo di circa 4500 euro. La piattaforma di HP combina caratteristiche SAN e NAS, funzioni per la protezione dei dati e un’interfaccia intuitiva in ambiente Windows, e può quindi essere usata da persone con poche o nessuna competenza nello storage.
Figura 2: lo storage HP
Sun Microsystems ha annunciato Project Blackbox, un data center semplice all’uso e modulare, che integra risorse di calcolo, di storage, di infrastrutture di rete assieme ai sistemi di raffreddamento in unità standard modulari. Project Blackbox sarà in commercio per la metà del 2007 e può contenere fino a 250 server Sun Fire T1000.
StoreVault S500 di Network Appliance è una piattaforma all-in-one DAS/NAS,/SAN con capacità da 1TB scalabile fino a 6TB, dotata di un software di interfaccia semplice all’uso basato su ambiente Windows.
IBM ha introdotto di recente due nuovi sistemi di storage DS3200 e DS3400 che completano la famiglia di soluzioni entry-level TotalStorage DS3000. I sistemi DS3200 costituiscono una soluzione DAS e sono dotati di un’interfaccia host SAS da 3 Gbit/s. Le piattaforme DS3400 invece possono essere collegate direttamente a un server, come un sistema DAS, oppure possono essere usate in una configurazione SAN (Storage Area Network) con connettività Fibre Channel da 4 Gbit/s. Entrambi supportano 12 hard disk SAS da 300 Gigabyte, per un totale di 3,6 Terabyte, espandibili fino a più di 14,4 Terabyte aggiungendo tre unità di espansione in formato standard 2U.
Figura 3: lo storage IBM