Reti NGN: scenario, applicazioni e prospettive di mercato

di Alessandra Gualtieri

3 Aprile 2008 09:00

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Evoluzione delle tradizionali reti tlc per l'offerta integrata di servizi multimediali in condizioni di accesso multiple, le NGN si tradurranno presto in soluzioni a valore aggiunto, anche per le Pmi

Network multiservizio pervasivi, le reti NGN (Next-Generation Networks) sono in grado di supportare applicazioni flessibili e ad ampio spettro su un’unica piattaforma integrata NGN-IP, basata su architetture e standard che consentono di fornire servizi tlc attraverso varie tecnologie di trasporto broadband anche in piena mobilità-ubiquità.

Per soddisfare l’effettiva richiesta di mercato e concretizzare la promessa della comunicazione “all in one” wireline e wireless – con velocità non inferiore ai 20 Mbps su rete core fissa interconnessa a reti multiple di accesso grazie a interfacce aperte – l’industria ha intrapreso un percorso lungo e articolato. Una cautela dettata dalla necessità di giustificare gli ingenti investimenti per l’upgrading delle reti pre-esistenti o per la realizzazione di nuove infrastrutture. Il fattore di traino? Le enormi potenzialità di business che riserva la separazione di “trasporto”, “controllo” e “servizio” sulla rete, così come prevede il nuovo approccio convergente per il delivery e l’erogazione di contenuti e soluzioni innovative basate su IMS (IP Multimedia Subsystem).

La crescita esponenziale di applicazioni e servizi IP-based come il VoIP è senz’altro un chiaro indicatore di questa forte tendenza di mercato, sempre più orientata verso la comunicazione di tipo “all IP”. Secondo uno studio In-Stat, entro il 2011 la penetrazione consumer del VoIP si attesterà sul 38%, per ricavi pari a 44 mld di dollari rispetto agli attuali 15 mld. Secondo ABI Research, inoltre, entro cinque anni gli utenti VoIP saranno 267 milioni e quelli su protocollo aperto SIP (Session Initiation Protocol) 1,2 miliardi. In questo scenario, gli investimenti complessivi per lo sviluppo di servizi basati su IP e interamente distribuiti su reti NGN – con l’introduzione di architetture IMS, di piattaforme SDP (Service Delivery Platform) o convergenti fisso-mobile – saranno superiori ai mille miliardi di dollari entro il 2015.

Questo vale soprattutto per l’Europa, dove il fermento in atto è notevole: operatori e carrier leader come BT (che ha portato a termine il suo progetto infrastrutturale 21st Century Network), Cisco (che con la sua rete IP NGN consente ai service provider di offrire connettività wireless 3G soprattutto alle medie imprese) e Italtel (leader nel mercato EMEA nelle soluzioni NGN e nel segmento softswitch, grazie alla sua piattaforma integrata hardware e software) si sono lanciati già da tempo in questa avventura nonostante sia ancora da definire il quadro globale su tempi e portata del roll-out delle NGN.

A livello internazionale, il mercato delle infrastrutture è da tempo orientato, inevitabilmente, ad una strategia di partnership o fusioni (Alcatel e Lucent, Siemens e Nokia, ecc.). In questo scenario, tuttavia, hanno trovato spazio anche new entrant come la cinese Huawei Technologies, che vanta un portfolio di sistemi di commutazione ottica esclusivi. Una volta completati i nuovi network, gli operatori potranno recuperare l’investimento grazie ai nuovi servizi da commercializzare ma anche grazie ad una infrastruttura meglio gestibile e meno dispendiosa. In particolare l’impiego della fibra richiederà minori costi operativi.

È quando ci si attende anche in Italia. In realtà, qui da noi un esempio di NGN (Adsl2Plus fino a 20 Mbps) esiste già dal 2005 e nel corso del 2007 è arrivata a coprire circa il 50% della popolazione.
Nel corso del 2008, le offerte double (voce ed internet) e triple play (voce, internet e tv) di Telecom Italia includeranno l’offerta voce in modalità TOIP (Telephony Over IP). Ma per un cambio di scenario radicale bisognerà attendere almeno il 2010, quando si concluderà il progetto di Telecom “La Rete di Nuova Generazione (NGN2)”. Un programma da 6,5 miliardi di euro di investimenti complessivi, che consentirà di integrare in un’unica infrastruttura la NGN1 esistente con una nuova NGN2 basata su Gygabyte Ethernet e reti in fibra ottica passiva Gpon.

Già, perché considerata l’offerta convergente “all IP” garantita su rete Telecom per servizi non-voce anche multimediali, è ormai tempo di parlare di Next Generation Network fase II. Ossia, di rete di prossima generazione a larghissima banda.

In effetti, Telecom Italia si è subito schierata in prima linea con un intervento significativo sul core, il nucleo di trasporto delle reti, in vista di una doppia stratificazione funzionale (trasporto ottico più commutazione softswitch). Obiettivo, un’infrastruttura di rete di tipo NGN2 per l’offerta di soluzioni di video-comunicazione e trasmissione immagini in HD. Secondo il progetto di Telecom Italia, infatti, la nuova piattaforma di rete “all IP” a larghissima banda consentirà di trasportare tutti i servizi triple play, compresi quelli voce, che migreranno dalle piattaforme TDM (a commutazione di circuito) a quelle IP: è l’era delle “centrali informatiche”.

Prima sarà necessario trasportare su IP l’intera dorsale, poi estendere la fibra ottica a livello di distribuzione locale. La copertura NGN2-VDsl2 prevista entro il 2016 è di 13 milioni di collegamenti, con i restanti 7 milioni coperti da AdslPlus. Nelle aree dove è previsto l’utilizzo della VDsl2, le tecnologie FTTB copriranno circa il 25% dei collegamenti, mentre le tecnologie FTTC il restante 75%.
Gli armadi di distribuzione saranno serviti da coppie di fibre dedicate al servizio delle antenne radio. I relativi sistemi di codifica saranno scelti in base alle reali esigenze o possibilità, ha specificato Telecom Italia, secondo cui non è pensabile guerra di religione tra WiFi, HSPA, WiMax, UWB, dal momento che ciascuna tecnologia rappresenta uno strumento che può essere impiegato al meglio.

In sintesi, un’architettura unica con una rete di accesso che integra protocolli diversi. Una realtà incipiente la cui implementazione, tuttavia, prevede una roadmap di lungo corso: la copertura VDsl2 sarà del 2,2% entro fine 2008 e del 5,2% nel 2009, quando avrà inizio la dismissione delle vecchie linee voce e la copertura VDsl2 mirerà dall’anno successivo in poi ad una copertura del 65% della popolazione, con velocità di accesso dai 50 ai 100 Mbps.
A partire dal 2010, tra l’altro, la copertura Adsl tradizionale sarà pressoché del 100% e quella Adsl2 Plus superiore al 70%. Sarà il trionfo del VoIP e, allo stesso tempo, la maggiore disponibilità di banda darà linfa nuova allo sviluppo del mobile web (Hsdpa e Hsupa). Un progetto ambizioso, articolato e complesso, i cui tempi effettivi dipenderanno anche da fattori esterni, tra cui in particolare le decisioni del Regolatore.

A questo proposito, in effetti, già nei mesi scorsi il presidente dell’Autorità per le garanzie nelle Comunicazioni, Corrado Calabrò, aveva evidenziato nella relazione annuale 2007 al Parlamento come gli investimenti per portare nel Paese la larga banda in fibra ottica e colmare il digital divide non fossero sufficienti (milioni anziché miliardi di euro), ragion per cui era – ed è tutt’ora – necessario rielaborare la “scala degli investimenti” per le reti NGN e, evitando la creazione di posizioni dominanti, incentivare gli operatori a indirizzarsi in questo senso: «cardine della strategia, stabilire una remunerazione premiale degli investimenti di tutti gli operatori nelle reti di nuova generazione, cosicché il settore possa compiere un balzo avanti in termini di innovazione e concorrenza. Stiamo valutando la possibilità di favorire gli investment pools, ovverosia la possibilità che più operatori si associno per coordinare gli investimenti nelle reti NGN».

Ma quali saranno le applicazioni disponibili una volta che le NGN entreranno a regime? IPTV, VoD, IMS, servizi multimediali personalizzati, streaming on-demand e gestione presenze in rete, giusto per cominciare. Anche i servizi business di nuova generazione abilitati dalla NGN2 saranno numerosi, soprattutto per grandi aziende e Pmi. Protagonisti, internet superveloce, gestione applicativi in remoto, telelavoro e formazione a distanza, videoconferenza in alta definizione e partecipazione virtuale, Business TV (anche interattiva e on-demand in HD), CRM ed ERP, Sales Force e Work Force Management. E poi ancora, controllo accessi e intrusioni, monitoraggio, telegestione e videosorveglianza.

L’ipotesi di roadmap evolutiva elaborata da Telecom Italia per la sua NGN2 prevede inizialmente l’introduzione di nuovi servizi e funzionalità di management nelle piattaforme (IT Services Management, Web & Collaboration), il consolidamento della piattaforma Net Computing SOA, la messa a punto di nuove piattaforme verticali (comprese quelle di Business Solutions). Successivamente, il programma prevede la diffusione di modelli SOA, di brokering per la condivisione di applicazioni con terze parti e di modelli open source per applicativi destinati alle Pmi (Web office, CRM, ERP e integrazione con soluzioni VoIP, ecc.). Allo stesso modo, sempre a beneficio delle Pmi si punterà alla diffusione di Virtual Application, Computing e Storage on-demand. Infine, l’ultima fase del progetto prevede l’applicazione del modello Web 2.0 nel mondo business per poter sviluppare applicazioni web evolute.

La gamma di NGS (Next-Generation Services) è quindi molto vasta e articolata. A livello internazionale, tra le iniziative in atto per sviluppare architetture multiservizio per servizi NGS (secondo Service Level Agreement condivisi) va segnalato il progetto europeo Images, coordinato da Italtel e che vede protagonisti in tutto 11 fra i più noti player del settore ICT.
Questo perché, nell’ecosistema NGN un’unica rete di trasporto supporterà tutte le tipologie di servizio, così che non ci sarà più dipendenza da una singola tecnologia di rete, wireline o wireless. Voce, internet e multimedia saranno sempre disponibili, indoor e outdoor. E questo sarà solo l’inizio. In particolare, le Pmi potranno trarre grandi benefici dall’utilizzo di applicazioni e servizi a larga banda e triple play per il loro business, senza eccessivi investimenti e senza complessi riassetti infrastrutturali.