Pagamenti digitali peer to peer: Italia all’avanguardia grazie ad alcune start-up e all’interesse delle banche per l’ecosistema Jiffy ideato da SIA (società controllata dal Fondo strategico italiano). Entro il 2015 potremo già usare il telefono cellulare per inviare denaro direttamente sul conto corrente di uno dei nostri contatti, con un click e quasi gratis. Si tratta di una nuova forma di bonifico che ha tre vantaggi: è più immediata, più semplice e low cost rispetto ai bonifici tradizionali.
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Jiffy e il ruolo delle banche
Manca ancora qualche tassello perché questo scenario si realizzi appieno, ma ci siamo quasi. Il punto di svolta ci sarà quando ad avere servizi Jiffy sarà una parte consistente di banche italiane. Ora c’è solo Ubi Banca e dal primo luglio Intesa Sanpaolo ma il numero di quelle che hanno aderito al sistema cresce in fretta:
«È già arrivato a circa una dozzina. A breve – fanno sapere da Sia – arriveranno i servizi di Mediolanum, Carige, Cariparma, CheBanca, Unicredit, BNL e di altre banche».
Quella dozzina copre quasi il 90% dei correntisti italiani. Useremo magari app diverse – quella che la propria banca ha predisposto per i pagamenti digitali – ma poiché tutte sono targate Jiffy è assicurata (da Sia) l’interoperabilità. Ossia, utenti con app diverse potranno ritrovarsi abilitati “Jiffy” sulla rubrica e scambiarsi soldi, con accredito in tempo reale sul conto. Il sistema è lo stesso di Whatsapp: l’utente (o meglio, il suo Iban) è associato a un numero di cellulare. Il trasferimento effettivo del denaro avverrà il giorno dopo (come con i bonifici tradizionali), ma grazie agli accordi interbancari la disponibilità risulterà immediata.
Non solo: essendo basato su bonifico SEPA, Jiffy è aperto a tutte le banche operanti nell’Area Unica dei Pagamenti in Euro e quindi potenzialmente utilizzabile da oltre 400 milioni di correntisti europei. Privati e PMI potrebbero trovarlo insomma un comodo modo per pagare persone (o fornitori) anche di altri Paesi europei.
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Costi
In più, i costi di commissione saranno bassi: al momento, 25 centesimi, con Ubi Banca. Resta da capire se cambieranno con l’arrivo delle altre banche. In effetti alcune consentivano bonifici gratis online solo inizialmente, per spingere il nuovo strumento digitale. Nel caso dei pagamenti peer to peer però c’è una differenza: adesso i servizi delle banche hanno concorrenti. Per esempio, quelli delle start-up.
Satispay e 2Pay
In Italia si fronteggiano Satispay e 2Pay. Questi hanno già il vantaggio di essere interoperabili tra diversi conti bancari (basta che i due utenti abbiano installato la stessa applicazione). Rispetto a Jiffy, però, si perde in immediatezza.
- Satispay (low cost: gratis sotto i 10 euro di transazione) ha un sistema di budget interno. L’utente ne decide l’ammontare fisso e poi l’app, una volta a settimana, lo ripristina agendo sul conto corrente. Preleva soldi o li versa, a seconda se la disponibilità sull’app è diventata inferiore o superiore rispetto all’ammontare stabilito.
- Con 2Pay (costo fisso di 2 centesimi, più 1 euro per ogni trasferimento dal portafoglio al conto e canone di 2 euro, gratis per il primo anno) non si usa nemmeno l’Iban per la registrazione (a differenza di Jiffy e Satispay), ma il codice fiscale. Comunque ottiene un portafoglio elettronico associato al numero di cellulare e quindi fa bonifici tramite la rubrica. A differenza degli altri due servizi, deve però fare bonifici anche per spostare soldi tra conto e portafoglio elettronico. 2Pay ha un elemento ulteriore, che può essere disruptive rispetto alle attuali logiche di mercato: si offre ai commercianti come sistema – alternativo al contante e alla carta – per farsi pagare in negozio dai clienti. Gli esercenti pagano, oltre ai soliti 2 centesimi di commissione, un canone più alto (5 euro) e l’1% per ogni operazione di “cashback” con cui fidelizzare i clienti.
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Vantaggi
I sistemi p2p si prestano a diverse applicazioni, che vanno ben oltre i classici pagamenti tipo Paypal che abbiamo conosciuto finora (basati su carta di credito invece che su bonifico). Anche quelli offerti per esempio da Poste Italiane (tramite app e SIM Poste Mobile, tra correntisti Bancoposta) sembrano appartenere a una generazione precedente. Probabilmente alle banche non interessa spingere così tanto quest’innovazione anche nei negozi, a cui invece vogliono forse continuare a offrire i propri POS, tuttavia si stanno accordando con gli operatori Mobile per i sistemi NFC. Non possono permettersi di fare lo stesso errore di questi ultimi, che hanno subito l’innovazione da parte degli over the top su chiamate ed SMS: saranno questi ultimi a portare in Europa alcuni dei servizi lanciati di recente negli USA. È il caso di Facebook e dei pagamenti p2p tramite il suo Messenger.