Una carta prepagata congiunta per pagare con lo smartphone NFC nei negozi abilitati al servizio contactless: è la nuova TIM SmartPAY appena lanciata da Telecom Italia assieme a Visa Europe e banca Intesa Sanpaolo, che per i propri utenti ha in serbo molto altro nei prossimi mesi. E cioè servizi di Mobile Payment indipendenti dall’uso di specifiche SIM di operatori telefonici: sono previsti nella prima metà del 2015, grazie a tecnologie cloud HCE.
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A fornire interessanti anticipazioni a PMI.it è stata Stefania Gentile, responsabile prodotti transazionali privati di Intesa Sanpaolo.
Dopo la carta prepagata di TIM, a cui collaborate con Visa, intendete andare oltre gli accordi con i singoli operatori? Abbraccerete la tecnologia HCE e quella di Apple? Penso che gli utenti chiedano ormai meno paletti – su quali carte e SIM utilizzare – e maggiore libertà di scelta.
Noi siamo a favore di un approccio multi-tecnologico. Abbiamo cominciato a proporre servizi di pagamento mobile utilizzando un tecnologia SIM-based perché questa era già disponibile e aveva regole già strutturate, e abbiamo scelto Telecom Italia come partner tecnologico privilegiato. Ma stiamo già sperimentando l’HCE in Croazia e Slovacchia, con una soluzione proprietaria su Visa e American Express. Ci stiamo preparando per lavorarci anche in Italia. Stiamo inoltre guardando a una collaborazione con Apple.
Quali saranno i tempi per l’HCE in Italia?
I lanci esteri si sono realizzati in tempi rapidi, nel giro di un quadrimestre. I tempi di rilascio sono più veloci rispetto al modello SIM-based; il dialogo tra gli attori è più facile. E’ ragionevole pensare quindi a una data entro il primo semestre 2015, anche se ancora non c’è ufficialmente. La sfida non è tecnologica- se dovessi permettere di pagare via Android 4.4 HCE, potrei farlo anche subito. I tempi sono più lunghi perché vogliamo offrire un’esperienza omogenea all’utente tra le diverse tecnologie.
State lavorando anche con altri operatori, contemporaneamente?
Abbiamo tavoli di lavoro con Vodafone, che però sono in stand by perché l’operatore ha avuto input diversi dalla casa madre sulla strategia di perseguire. I tavoli sono in stand by non solo con noi ma con tutte le altre banche. Sono fiduciosa che la situazione si sbloccherà e a quel punto Intesa Sanpaolo deciderà se proseguire anche con l’operatore o puntare tutto su HCE, in attesa che arrivi Apple a completare il quadro.
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E gli altri operatori?
Sono rimasti un po’ indietro. Due anni fa avevamo avviato contatti con Wind e H3G. Wind ha poi lavorato con BNL ma si è fermata, H3G non ha fatto più nulla, quindi abbiamo scelto i due operatori principali. Non è escluso che gli altri due si rianimeranno. Ma con loro non abbiamo mai avviato progetti né tavoli di lavoro.
Mi sembra di capire che volete usare anche l’HCE perché lavorare con gli operatori è una faticaccia…
(ride) E’ stata una faticaccia, sì, perché siamo partiti in un contesto di mercato in cui pochi conoscevano i pagamenti mobili e in assenza totale di regole. Il merito di banche e telco è stato di definire regole comuni, base di un ecosistema. L’alleanza con gli operatori resta valida perché hanno molti utenti. Ed è un aspetto importante in questa fase, in cui bisogna sviluppare la consapevolezza e la cultura del pubblico. Focalizzarsi su una strada sola è sbagliato, perché potrebbe essere perdente. Non sappiamo ancora quale sarà la via migliore, quella che l’utente preferirà e sceglierà.
A proposito del pubblico: come svilupparne la cultura del pagamento mobile?
Dobbiamo lavorarci ancora tanto. Un dato positivo è che le transazioni contactless (con carta o smartphone) sono passate da 150mila a 1,6 milioni dal terzo trimestre 2013 allo stesso periodo del 2014. E nell’ultimo trimestre si prevedono oltre 2 milioni (secondo stime Mastercard). Dovremo adesso spiegare alle persone come si smaterializzano le carte e come si paga.
Ma bisognerà spiegare anche quali sono i vantaggi dell’NFC…
Alcune persone, giovani, non andranno nemmeno convinte: non aspettano altro che poter pagare via Mobile. Le altre le convinci raccontando i benefici in termini di spese di tutti i giorni. È il mondo del micro-pagamento che può fare la differenza e su questo dovremo lavorarci parecchio. Lo stiamo facendo anche con i pagamenti peer-to-peer, ma vogliamo portare i pagamenti mobili nei i trasporti, nelle edicole, nelle tabaccherie.
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Il fronte dell’accettazione in effetti è critico. State provando a estenderlo anche tramite il POS mobile, che si collega a uno smartphone…
Sì e stiamo vedendo che decollano i POS contactless in Italia, secondo i dati del Politecnico di Milano. I nostri crescono di più della media del mercato. I pagamenti con POS contactless fanno il 70% del transato in Italia su POS, grazie all’adesione delle grandi catene ormai in tutte le province.Stiamo lavorando in modo duplice su questo fronte: sia con i POS contactless tradizionali sia, nei settori che erano più restii, con i Mobile POS. E con risultati soddisfacenti. Certo è un lavoro che va proseguito. Il nostro Mobile POS ha un canone di due euro al mese, che è persino gratis con certe convenzioni. Evoluzioni future saranno l’integrazione con il registratore di cassa e sistemi di analytics, che diranno all’esercente il fatturato e frequenza media dei clienti, confrontati con i dati dei concorrenti.
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Per approfondimenti: TIM SmartPAY, Mobile POS di Intesa Sanpaolo