Se «innovare vuol dire fare, più che pensare», come ritiene Alessandro Braga, coordinatore del team Line UP – Innovation di European House Ambrosetti, allora l’Open Innovation è così strategico da richiedere in azienda competenze specifiche, un manager o addirittura una unit dedicata. Vediamo come, alla luce dello studio presentato a SMAU, vera e propria guida agli strumenti più adatti per le diverse fasi / scenari di sviluppo innovativo dell’impresa, dalla call for ideas all’ingresso nel capitale di un corporate venture capital.
Scenario 1
Una PMI con poche risorse per l’innovazione e scarse competenze in materia, può iniziare con strumenti come call for ideas, scouting, crowdsourcing.
- La call for ideas è uno strumento per portare idee innovative all’interno in un’azienda attraverso canali online (survey, questionari), broker di innovazione, eventi come conferenze o hackaton. L’impresa che sceglie uno strumento online avrà costi bassi ma risultati poco approfonditi. Viceversa, un evento avrà costi più alti, tempi lunghi, ma migliori ricadute in termini di qualità e quantità di stimoli.
- Lo scouting serve a portare innovatori all’interno dell’azienda, partecipando a fiere ed eventi che coinvolgono gli ambienti innovativi, piuttosto che rivolgendosi a servizi di consulenza. L’attività di scouting può portare a successive operazioni, anche di acquisizione o partnership.
- Il crowdsourcing utilizza gruppi di persone sfruttando l’intelligenza collettiva per fare innovazione. Le diverse tipologie: crowd contest (competizioni), crowd collaborative communities (i partecipanti possono condividere e mixare le idee), crowd complementors (partire da una tecnologia ed elaborarla creando innovazione), crowd labor market (una sorta di mercato on demand per cercare chi è in grado di fornire la soluzione a un determinato problema.
Scenario 2
Se l’azienda ha già conoscenza ed esperienza di innovazione ma non molti fondi, l’approccio consigliato consiste nel fare rete.
- E’ possibile perseguire l’obiettivo attraverso innovation network, ovvero costruendo rapporti che coinvolgano istituzioni, università e centri di ricerca.
- O si può scegliere l’innovation procurement, creando una filiera con i propri fornitori per sviluppare soluzione innovative.
Scenario 3
Quando l’azienda ha risorse economiche per innovare ma non le competenze necessarie, gli strumenti sono diversi:
- venture capital, che investono in imprese ritenute troppo rischiose dalle banche tradizionali, magari diversificando l’investimento su diversi progetti per diluire il rischio.
- incubatori, che forniscono strutture e competenze per lo sviluppo dell’azienda,
- acceleratori, che entrano anche nel capitale.
- startup adoption, che costruisce un rapporto privilegiato fra una PMI e una startup.
Sono diversi gli strumenti attivabili in questo senso: dalla condivisione di servizi e assistenza (utilizzo di spazi, attrezzature, supporto commerciale) a una vera e propria partnership commerciale e produttiva, per cui la PMI condivide fornitori o clienti con la startup, anche con l’obiettivo di una successiva acquisizione, alla partnership finanziaria, che prevede l’ingresso nel capitale.
Scenario 4
Se la PMI ha sia fondi sia competenza, può pensare a:
- corporate venture capital, con l’acquisizione di quote di capitale con un obiettivo strategico,
- corporate accelerator o incubator,
- acquisizione.