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Vacanze e rischi cyber, come proteggere i dati dello smartphone

di Anna Fabi

Pubblicato 1 Luglio 2024
Aggiornato 31 Luglio 2024 08:58

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Meglio App e powerbank che prenotazioni via smartphone, punti di ricarica pubblici e wi-fi non protetto: i consigli per vacanze protette dai rischi cyber.

State per partire per le vacanze e avete salvato il biglietto aereo o quello del treno sullo smartphone? E magari anche la prenotazione dell’albergo o del luogo in cui soggiornerete? Quando siete fuori dall’Italia vi collegate con miaici e parenti utilizzando wi-fi pubblici? Ricaricate spesso il telefonino utilizzando le porte Usb del treno, dell’aeroporto, o di altri lughi pubblici?

È molto probabile che la risposta ad almeno una di queste domande sia positiva, perché stiamo parlando di abitudini relativamente diffuse. E che richiedono un accorgimento fondamentale prima di partire: adottare adeguate misure di cybersecurity.

Vediamo alcuni consigli contenuti nella ricerca “Cybersecurity in viaggio, come evitare le truffe in vacanza” realizzata da Kaspersky, azienda attiva proprio nella sicurezza informatica.

Prenotazioni via smartphone: meglio tramite app

Partiamo dalle prenotazioni salvate sullo smartphone. Il 50,2% degli italiani ha questa abitudine, del resto si tratta di una soluzione molto comoda visto che lo smartphone è sempre a portata di mano. Ma il punto è che in caso di furto, smarrimento, questi dati vanno persi. Non solo: secondo l’indagine l’anno scorso è stato registrato un aumento del 52% degli attacchi su dispositivi mobili. E anche questo è un rischio da non sottovalutare.

Il rimedio? Le prenotazioni andrebbero sempre salvate anche nelle rispettive app, che sono protette da password o meccanismi di autenticazione che rendono più difficile l’ingresso sia a eventuali ladri che a pirati informatici. Ipotesi due, più tradizionale: conservare le prenotazioni anche in forma cartacea.

Qui c’è la scomodità di doversi portare dietro anche documenti cartacei, ma basta riunirli tutti in un unico posto e andare eventualmente a reciperarli solo nel caso in cui, appunto, succeda qualche imprevisto che impedisce di utilizzare il device mobile.

Invece, questi meccanismi di sicurezza vengono adottati poco frequentemente: solo il 27% degli utenti conserva i documenti nella app, mentre è pari al 22,4% il numero di coloro che si portano dietro anche la copia cartacea.

Più diffusa invece l’abitudine di fare un backup dell’intero telefono prima di partire, l’operazione viene effettuata dal 41% degli intervistati.

Wi-fi e ricariche da punti pubblici: meglio VPN e powerbank

E veniamo invece al wi-fi. Per risparmiare sulle tariffe telefoniche, è frequente l’utilizzo delle reti di wifi pubbliche per fare le telefonate o usare i servizi di messaggistica. Premesso che la sicurezza di questi servizi dipende da diversi fattori, il punto è che si tratta di canali di accesso spesso utilizzati dai cybercriminali. L’utilizzo di una VPN risolve il problema, perché le reti virtuali private criptano i dati e proteggono le attività online da accessi non autorizzati.

Questo in realtà è un meccanismo di protezione relativamente diffuso, quasi la metà degli italiani (47,6%) utilizza la VPN per collegarsi in modo più sicuro a internet e alla rete dell’ufficio da remoto. C’è anche una curiosità: la dicitura “protezione in vacanza” viene associata alla dimensione tecnologica più spesso che non alla crema solare (36,6% vs 34,4%).

Infine, i punti di ricarica. Sono largamente utilizzati, dal 53,2% degli intervistati, soprattutto quando la batteria è a terra e non ci sono altre alternative. La soluzione è portarsi sempre dietro una power bank, in modo da essere in grado di ricaricare il telefonino senza far ricorso a punti di accesso pubblici attaccabili con una tecnica chiamata ‘juice jacking’