L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha avviato un’istruttoria nei confronti di Booking.com, procedimento volto ad accertare un presunto abuso di posizione dominante nel mercato dei servizi turistici online di intermediazione e prenotazione alberghiera.
Secondo AGCM, la strategia messa in atto da Booking potrebbe ridurre l’autonomia delle strutture alberghiere italiane nel definire i prezzi, causando effetti escludenti nel mercato dei servizi online di intermediazione e di prenotazione.
Le strutture alberghiere appartenenti al Programma Partner Preferiti (e della sua estensione Preferiti Plus), infatti, sarebbero beneficiarie di vantaggi in termini di visibilità della propria offerta nei risultati di ricerca, versando tuttavia commissioni più elevate e garantendo su Booking.com prezzi competitivi (non più alti di quelli che le strutture applicano sul proprio sito o sulle piattaforme di altre agenzie di viaggio online).
Il tutto, riservandosi però di applicare – senza il consenso delle strutture – uno sconto (Booking Sponsored Benefit) per allineare la propria offerta a quella migliore tra quelle disponibili online.
Gli stessi consumatori, secondo l’istruttoria, potrebbero essere costretti a pagare prezzi più alti a fronte di una minore scelta nei servizi di intermediazione e prenotazione online.
Un circolo vizioso che si traduce in una corsa ai rincari invece che a tariffe più basse.
Come ha ricordato il Codacons, le strutture ricettive hanno subito in Italia aumenti medi del +11,7% nel 2023 e nel 2024 il trend sta peggiorando. A febbraio, secondo l’Istat, è scattato un ulteriore aumento dei prezzi, pari a +6% rispetto ad un anno fa.