Il 2023 è stato un anno chiave per la scoperta delle potenzialità dell’Intelligenza Artificiale (in particolare dell’AI generativa – GenAI), tuttavia sembra che la maggior parte delle imprese si limiti a osservarne i benefici senza prendere iniziative concrete.
A fare il punto è un nuovo studio Boston Consulting Group presentato al World Economic Forum di Davos, che offre una panoramica sull’adozione di queste tecnologie innovative.
GenAI in azienda: a che punto siamo
In base ai dati emersi dalla survey globale, il 66% dei dirigenti intervistati (su un campione di 1.406 manager di aziende operanti in 50 mercati e 14 settori) ha mostrato incertezza e insoddisfazione riguardo ai progressi compiuti finora in materia di AI e GenAI, spesso a causa della mancanza di competenze specifiche ma anche di un piano di investimenti poco chiaro, così come dell’assenza di una strategia sull’uso responsabile di AI e GenAI. Eppure si tratta di uno scetticismo su cui bisogna intervenire prima di perdere questo nuovo treno tecnologico.
Quando la tecnologia cambia così rapidamente si può essere propensi ad aspettare e vedere dove si arriva.
Così ha commentato questo trend Christoph Schweizer, CEO di BCG, ma con una considerazione aggiuntiva:
Con la GenAI vincono coloro che stanno già sperimentando, imparando e costruendo su scala.
Chi ben comincia è a metà dell’opera
Sembrano essere d’accordo i manager d’azienda, nonostante lo scetticismo ancora palpabile: se il 71% dei dirigenti interpellati intende potenziare gli investimenti tecnologici nel 2024, per l’85% l’obiettivo è quello di aumentare la spesa per l’AI e la GenAI.
A guidare l’ondata di investimenti saranno soprattutto Middle East (85%) e Asia-Pacific (80%), mentre in Europa i dirigenti sono ancora restii a credere che AI e GenAI possano generare una maggiore produttività a breve termine.
Oggi, solo una piccola percentuale di aziende sta già raccogliendo i frutti delle due tecnologie.
Secondo Roberto Ventura, Managing Director e Partner di BCG, si tratta di saper cogliere un’opportunità, che ad esempio si apre anche alle aziende italiane ricorrendo a software come ChatGPT e Microsoft Copilot.
Per ottenere risultati significatici bisogna però attivare percorsi strutturati di formazione del personale.
In ultima analisi, siamo al limitare di una nuova svolta tecnologica, che non si può ignorare. Il punto non è intraprenderne la strada ma anche farlo presto e bene.