Operativo a tutti gli effetti dalla scorsa estate, il Registro Pubblico delle Opposizioni permette ai cittadini di opporsi alla ricezione di chiamate di telemarketing indesiderate, semplicemente effettuando l’iscrizione e segnalando sia il proprio numero fisso sia il cellulare.
Stando alle ultime affermazioni del Ministro delle Imprese Adolfo Urso, tuttavia, sembra che il Registro non stia funzionando come dovrebbe e presenti ancora diverse criticità, tanto che sono numerosi i cittadini che continuano a ricevere chiamate indesiderate.
Secondo il Ministro, infatti, il sistema RPO funziona bene solo per quanto riguarda il mercato regolare della raccolta dei consensi e dei controlli.
A fianco del mercato regolare, ne esiste uno irregolare in cui le numerazioni vengono carpite in modo illegittimo in cui i chiamanti nascondono o modificano i propri numeri di telefono per non essere richiamati.
Per il Ministro bisogna dunque rafforzare il raccordo con le istituzioni preposte all’ispezione (Agcom e Garante della Privacy). L’attenzione del ministero su questo punto è pertanto massima.
A mettere in evidenza alcune falle del sistema è stato Agostino Ghiglia, componente del Garante per la protezione dei dati personali. Lo stesso Ghiglia, tra l’altro, ha sottolineato come le disposizioni del registro non si applichino ai call center ubicati all’estero.
É possibile che le chiamate siano effettuate da call center abusivi che non rispettano l’obbligo di verifica presso l’RPO.
In questi casi occorre sporgere reclamo al Garante tramite il suo sito web.
Per quanto riguarda i motivi che giustificano la ricezione di chiamate anche da parte di chi è regolarmente iscritto al Registro, invece, è necessario tener conto della tempistica necessaria per aggiornare il sistema ma anche di eventuali consensi rilasciati dopo l’iscrizione.
Nel corso dei 15 giorni che servono per aggiornare il registro è possibile, infatti, che sia avvenuto un cambio di operatore telefonico, si può aver dato il consenso online all’utilizzo del numero di cellulare o aver dato inconsapevolmente il consenso al trattamento del proprio numero (anche solo tramite un acquisto o la sottoscrizione di una carta fedeltà).