Lo scenario economico attuale è caratterizzato da notevole incertezza e da repentini cambiamenti, che rischiano di impattare notevolmente sul settore del commercio. Se per le grandi aziende del comparto stare al passo con i tempi non è una difficoltà, per le PMI restare competitive sul mercato può diventare una strada in salita proprio a causa dell’aumento delle difficoltà finanziarie.
Quali sono i trend emergenti del commercio nel 2022? Quali risorse hanno a disposizione le aziende per conquistare il successo nonostante le criticità che sono chiamate ad affrontare? La seconda edizione del report “State of Commerce” stilato da Salesforce risponde a queste e altre domande, scattando una fotografia dettagliata del settore a livello globale.
L’indagine, che ha coinvolto 4mila leader del commercio e ha analizzato i dati di 1 miliardo di buyer, rappresenta un valido strumento in mano alle imprese per capire come sfruttare al meglio le risorse a disposizione, identificando le migliori strategie condivise a livello internazionale e focalizzando l’attenzione soprattutto sulle potenzialità del digitale.
State of Commerce: priorità e sfide da superare
Stando agli esiti del report, per le aziende è diventato fondamentale concentrarsi su tre aree considerate strategiche per la crescita del business:
- potenziare velocità e agilità, richieste per stare al passo con i cambiamenti del mercato;
- concentrarsi sui dati, che rappresentano una risorsa utile per definire l’esperienza del cliente dalla fase di prevendita a quella di postvendita, al fine di stimolare la personalizzazione e incentivare la fidelizzazione;
- puntare su nuovi canali di comunicazione con la clientela.
Focalizzando l’attenzione sulle aziende italiane, la classifica delle priorità vede al primo posto l’automatizzazione dei processi seguita dalla crescita dei ricavi, dalla competitività sul mercato, dall’ampliamento della platea dei clienti e dalla riduzione dei costi.
Per quanto riguarda le sfide previste per l’immediato futuro, invece, alla mancanza di formazione qualificata si aggiungono le risorse limitate, i vincoli legati alla tecnologia, le problematiche di allineamento interne all’azienda e lo scarso interesse da parte della clientela.
Le potenzialità del commercio digitale
Che il commercio digitale sia in grado di efficientare le vendite è ormai un dato di fatto, tuttavia i vantaggi per le aziende non si limitano a questo aspetto: il 37% dei leader commerciali coinvolti nella ricerca ha sottolineato i benefici per la fidelizzazione dei dipendenti, mentre ammonta al 60% la percentuale dei venditori B2B che ha riferito di un aumento della soddisfazione lavorativa dei membri del team di vendita.
Le tecnologie su sui si basa l’e-commerce riducono le spese operative e generano vantaggi da diversi punti di vista, semplificando la customer experience e permettendo ai dipendenti che operano nella vendita, nell’assistenza, nel merchandising e nel marketing di concentrarsi su progetti di portata più ampia.
Headless commerce: perché conviene alle aziende
Sfruttare al meglio l’headless commerce aiuta le aziende del commercio a efficientare il lavoro a trecentosessanta gradi, permettendo di risparmiare tempo e risorse e di rispondere in modo efficace alle aspettative dei consumatori.
Secondo il report “State of Commerce”, nello specifico, l’80% delle organizzazioni che dispongono di un’architettura headless dichiara di volerla implementarla entro i prossimi due anni, consapevoli di come un back-end eccessivamente lento rischi di compromettere la produttività del team e la qualità della customer experience.
“L’headless commerce non consiste solo nel creare un sito Web – ha dichiarato Rob Garf, VP e General Manager della divisione retail di Salesforce. – È un approccio che consente di rispondere in modo efficiente alle aspettative e ai comportamenti in continua evoluzione dei consumatori. I dati lo confermano: le aziende che utilizzano l’headless commerce dichiarano di essere in grado di espandersi in canali sempre nuovi a un ritmo più veloce.”
Sistemi di pagamento: focus sulla flessibilità
Un altro aspetto indagato dall’indagine promossa da Salesforce riguarda le opzioni di pagamento offerte dai brand del commercio. L’efficienza dei processi di pagamento e di tutte le procedure che seguono l’acquisto, infatti, si stanno trasformando in importanti fattori di differenziazione in grado di aumentare ricavi e fidelizzazione.
Se da un lato sono i clienti a spingere in misura crescente verso la richiesta di opzioni di pagamento e di completamento degli ordini più pratiche e flessibili, dall’altro lato le aziende hanno già compiuto passi in avanti in questa direzione: il 61% dei leader digitali sostiene di offrire già pagamenti flessibili, ad esempio proponendo il metodo BNPL (Buy Now Pay Later), mentre un buon 32% ha intenzione di aggiungerlo entro il prossimo biennio.
Leggi la versione integrale del report >>”State of Commerce” <<
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