Si chiama AI Coach il progetto realizzato con Fondazione TIM per aiutare, ricorrendo all’Intelligenza Artificiale, le persone con autismo. Nel dettaglio, si tratta di un assistente virtuale che va a prototipare un applicativo software da utilizzare sui dispositivi mobili, per sollecitare, raccogliere, misurare, apprendere, elaborare e restituire informazioni utili al rafforzamento delle competenze comunicative e relazionali e all’autodeterminazione della persona con autismo. Insomma un assistente virtuale che si pone l’ambizioso obiettivo di migliorare la vita delle persone affette da disturbi dello spettro autistico e, di conseguenza, anche i loro caregiver.
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AI Coach
Il progetto, recentemente presentato online da le associazioni che l’hanno realizzata (ANFFAS– Associazione Nazionale Famiglie di Persone con Disabilità Intellettiva e/o Relazionale, in partenariato con ANGSA-Associazione Nazionale Genitori Persone con Autismo e Fondazione TIM), vede la collaborazione, a vario titolo all’iniziativa anche di Giuliaparla Onlus, Gruppo Asperger Onlus, IDEGO – Psicologia Digitale e l’Università di Trento (UNITN)- Department of Information Engineering and Computer Science. La realizzazione del progetto AI Coach si articola su tre fasi:
- definizione delle funzionalità dell’applicazione che si vogliono raggiungere e dei requisiti da seguire;
- sviluppo del prototipo;
- test del prototipo, della formazione e del supporto agli operatori che andranno ad utilizzare l’App e conseguente verifica delle valutazioni.
Il progetto ha per ora una durata prevista fino al 2023. L’idea è di fornire un supporto personalizzato e personalizzabile innovativo, grazie al ricorso alla tecnologia e all’AI, per le persone con spettro autistico. Il progetto si indirizza sia direttamente alle persone affette da autismo che ai loro familiari e caregiver. Per lo scopo verranno realizzate due differenti applicazioni:
- una rivolta alle persone autistiche, da poter usare in autonomia, anche attraverso l’utilizzo di simboli, immagini, stimoli vocali e visivi;
- una rivolta ai caregiver.
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Grazie ad AI Coach per le persone con autismo sarà più immediato “registrare” e condividere preferenze e abitudini come “mi piace dormire fino a tardi la mattina” oppure “non mi piace prendere la metropolitana nelle ore di punta”, o le principali criticità nel comportamento e nella comunicazione, come “faccio fatica a comprendere le frasi ironiche” o un vocabolario con le espressioni più comunemente utilizzate ed i significati a questi normalmente associati o ancora con i comportamenti che possono essere messi in atto per comunicare.
Attraverso i loro diretti aggiornamenti e feedback, ad esempio la compilazione di un diario o l’analisi delle conversazioni realizzate tramite messaggistica, AI Coach sarà in grado di valutare e verificare le informazioni raccolte, aggiornando di conseguenza il profilo dell’utilizzatore e fornendo un’indicazione dei progressi e dei cambiamenti rilevanti nel comportamento e nelle preferenze della persona. Il tutto con l’obiettivo di aiutare a misurare l’efficacia dei trattamenti.