ABI e ABI Lab hanno avviato il progetto fintech sperimentale finalizzato allo sviluppo dell’Euro digitale, ossia di una moneta basata su tecnologia blockchain (DLT – Distributed Ledger Technology) che si differenzi da quella normalmente usata oggi per i pagamenti elettronici, in quanto vera e propria valuta digitale di banca centrale, capace di abilitare anche nuovi servizi a valore aggiunto fruibili grazie alla programmabilità della moneta.
La sperimentazione si articola in due fase: la prima si concentra su infrastruttura e modello distributivo (per la fattibilità tecnica) in collaborazione con SIA e l’infrastruttura delle banche in ABI Lab Chain; la seconda sulla programmabilità (sperimentazione di casi d’uso), in collaborazione con banche e società di Ntt Data, Pwc e Reply (ma possono partecipare
tutte le banche interessate).
Sullo sfondo, l’attività propedeutica a livello europeo. La Banca centrale europea (BCE) sta infatti già lavorando a questo scopo. Lo scorso 22 settembre la BCE ha registrato il marchio Digital Euro e le prime evidenze sono consultabili nel documento dello scorso 12 ottobre 2020, a margine del Report on a digital euro redatto dall’High-Level Task Force on Central Bank Digital Currency (HLTF-CBDC).
Le motivazioni alla base di questa sperimentazione sono di tipo strategico: supporto alla digitalizzazione dell’economia europea; superamento del contante come mezzo di pagamento; risposta alla maggiore diffusione di monete digitali emesse da privati o banche centrali di altri paesi.
I tempo sono sicuramente ancora lunghi. Secondo la presidente della BCE, Christine Lagarde, ci vorrà tempo non solo per mettere a punto la tecnologia ma anche per rendere l’euro digitale “compatibile con la sovranità e la trasmissione di politica monetaria”.
Serve una regolamentazione internazionale sulle criptomonete.
In base alle dichiarazioni di Lagarde, si tratta di un obiettivo raggiungibile verosimilmente entro i prossimi cinque anni.