Il FinTech sta rappresentando una risorsa reale ed efficace per supportare il mondo produttivo nell’era post Covid, grazie all’innovazione digitale che permette di gestire molti processi in modo snello e da remoto assicurando il distanziamento sociale.
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Le piattaforme FinTch, inoltre, hanno successo perché permettono la gestione agile dei piccoli prestiti – 600mila dollari per il mercato Usa, meno di 100mila per quello italiano – che solitamente non convengono alle banche.
Nel mondo anglosassone, ad esempio, le soluzioni FinTech hanno già di fatto sostituito le banche nel credito alle PMI. In Italia, il semestre caratterizzato dalla pandemia ha fatto aumentare l’attenzione sul settore fornendo alle imprese una strada alternativa per uscire dalla crisi. Secondo l’Osservatorio sul Crowdinvesting realizzato dalla School of Management del Politecnico di Milano, al 30 giugno 2020 risultavano attive 6 piattaforme consumer e 11 business, per una raccolta totale rispettivamente pari a 409,8 milioni di euro e 339,2 milioni di euro.
Sono molti gli operatori italiani di FinTech che hanno messo a disposizione diversi servizi ad hoc per le PMI messe in crisi dal lockdown, mettendo a disposizione soluzioni di credito coperte dalla garanzia dello Stato al 90% prevista dal Decreto Rilancio.
Workinvoice – società FinTech di servizi a valore aggiunto per le imprese – ha tuttavia seguito una strategia diversa, continuando a operare senza richiedere queste garanzie e allo stesso tempo mettendo a punto soluzioni orientate nel medio termine, anche grazie al recente lancio di una serie di prodotti che saranno molto utili alle imprese che devono ricostruire i propri business plan a partire dall’autunno.