Crescono in tutta l’Europa gli investimenti in open banking, basati su budget compresi tra i 50 e i 100 milioni di euro. La spesa supera i 100 milioni di euro per quasi la metà degli istituti finanziari intervistati da Tink, che ha condotto un’indagine coinvolgendo i dirigenti finanziari europei mostrando un trend in ascesa che coinvolge anche l’Italia.
=> La rivoluzione Open Banking in Italia con Tink
Stando ai dati, infatti, il 47% degli istituti finanziari italiani non spende più di 50 milioni di euro nelle strategie di open banking, ma è la metà dei dirigenti a indicare una spesa per più di 100 milioni di euro. Leggermente al di sotto della media europea, invece, è la percentuale di quanti dichiarano che i propri investimenti in open banking sono cresciuti rispetto al 2019.
Sempre per quanto riguarda l’Italia, tra i maggiori vantaggi che derivano dalla promozione dell’open banking compare l’opportunità di migliorare la customer experience, come sostiene il 53% degli istituti finanziari intervistati, seguita dalla modernizzazione dell’IT (40%) e dall’ottimizzazione dei processi (40%).
Anche gli ostacoli non mancano: la mancanza di domanda da parte dei clienti è stata segnalata dal 47% degli intervistati, mentre il 40% sottolinea una mancanza di conoscenza interna legata all’open banking e il 37% ritiene che le restrizioni normative abbiano soffocato gli investimenti.
Gli istituti finanziari europei sono ottimisti riguardo al ROI sull’open banking, previsione condivisa anche dalle istituzioni finanziarie italiane che sembrano riconoscere chiaramente l’enorme opportunità che l’open banking offre a breve termine: il 57% degli intervistati, infatti, pensa che il tempo di payback sarà inferiore ai 4 anni.