L’emergenza Covid ha contribuito ad accelerare il processo di digitalizzazione degli italiani, in qualche modo forzati a sfruttare le risorse tecnologiche e il web non solo per lavorare ma anche per accedere a molti servizi online. La Fase uno ha inchiodato inevitabilmente tutti al computer, ma nella Fase due le abitudini si stanno normalizzando e consolidando, con un 70% di frequent user.
Mobile & home banking
Ad esempio, secondo l’osservatorio “The world after lockdown” di Nomisma e CRIF, realizzato su un campione di mille responsabili degli acquisti (18-65 anni), cresce la percentuale di chi che reputa fondamentale il mobile banking. Per il 75% (bancarizzati e non), infatti, la possibilità di operare da remoto con il proprio istituto bancario rappresenta una soluzione molto utile. Ad aumentare è anche il numero di utenti che sceglie la relazione per telefono con la propria finale.
Stando agli esiti dello studio, per un correntista su quattro, nei prossimi 6 mesi, cresceranno ancora le occasioni in cui sarà possibile utilizzare i servizi bancari digitali da pc o portatile. Le attività di home banking destinate a crescere sono il controllo e gestione del conto corrente, l’esecuzione di bonifici/giroconti, i pagamenti delle utenze e le ricariche di carte prepagate. Di contro calerà il ricorso fisico allo sportello in filiale: il trend riguarderà il 38% dei correntisti (45% se si comprendono gli under 30).
Sicurezza
Il 25% degli intervistati ha espresso il timore che i servizi digitali di cui usufruisce (social network, e-commerce, servizi online) possano essere poco affidabili, soprattutto per quanto riguarda il potenziale furto di informazioni e dati personali, come ad esempio il numero di carta di credito e le credenziali di accesso al conto bancario (30%) o l’utilizzo non autorizzato di dati riservati (27%). Eppure, solo il 5% pensa che possa finire coinvolto in una truffa digitale.
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Contact tracing
In generale, oltre la metà degli italiani (56%) promuove le strategie che consentono il tracciamento delle persone positive al Covid-19 o comunque sospette, tuttavia solo il 24% degli intervistati afferma di voler scaricare la App Immuni.
Identità digitale
Per quanto riguarda il Sistema Pubblico di Identità Digitale, infine, oggi è in possesso delle credenziali SPID il 20% degli italiani ma, tra questi, il 36% non le aveva mai o quasi mai utilizzate prima del lockdown.
Il 37% dei cittadini ha usato questo servizio durante il lockdown soprattutto per usufruire dei servizi erogati dall’INPS come pensione, disoccupazione, iscrizione lavoratori domestici, mentre il 49% ha sfruttato SPID per gestire operazioni verso l’Agenzia delle Entrate come il pagamento di tributi e imposte, modello 730 precompilato e consultazione CU. Un altro utilizzo importante è la consultazione del fascicolo sanitario elettronico (33% di chi possiede un’identità SPID).
Nei prossimi 6 mesi, il 70% degli italiani si dichiara propenso ad utilizzare i servizi online della Pubblica Amministrazione, perchè accessibili ovunque e a qualsiasi orario.
In senso ampio, il 42% dei giovani millenial (18-29 anni) padroneggia il concetto di identità digitale e la metà di loro (52%) possiede più di 5 diverse identità digitali. In generale, per il 93% degli utenti l’utilizzo è per scopi personali mentre per il 24% per quelli lavorativi.